«Per fare un concerto di jazz ci vuole almeno un blues. Noi ne abbiamo suonati due». Con queste laconiche parole Enrico Rava ha chiuso, dopo un paio di bis, il recital alla sala Sinopoli (Parco della Musica) con il contrabbassista William Parker (1952) e il batterista Andrew Cyrille (1939), tre assoluti protagonisti della scena jazz (e avantgarde) da vari decenni. Del resto l’album registrato dal trio, dopo l’esibizione parigina del 31 dicembre 2020, si intitola 2 Blues for Cecil (2022, Tum records), un omaggio al geniale pianista-compositore Cecil Taylor con cui hanno collaborato. Lo spirito libero e anticonformista di Taylor è ampiamente circolato nel concerto romano, prima data del festival Una striscia di terra feconda (diretto da Paolo Damiani, Armand Meignan e Roberto Catucci). Va subito detto che la musica generata dal paritario trio – con un asse privilegiato tra il flicorno di Rava e la batteria di Cyrille – ha dimostrato un forte carattere innovativo e nessuna attitudine a ri-celebrare un rituale free. La performance, carica di tensione e imprevedibile nei suoi sviluppi, ha espresso un’autentica libertà, una vivace freschezza sonora e un gusto per il rischio creativo: una dimensione paragonabile a quella dell’ultimo quartetto di Wayne Shorter.Rava ha occasionalmente virato verso brani riconoscibili, come un astratto e lunare Round Midnight o blues parkeriani, portando Cyrille a scambi di quattro battute e Parker a fare il walking bass.

LA RESPONSABILITÀ più grande se l’è assunta un ispirato Enrico Rava (coetaneo di Cyrille) al flicorno, considerando quanto intenso e formativo sia stato il suo rapporto con il free-jazz e come sia, nel tempo, cambiata la sua poetica. Per guidare il trio Rava ha intensamente dialogato con Cyrille, la cui fantasia e genialità ritmica restano stupefacenti. L’84enne batterista di Brooklyn – ancora attivissimo – ha un drumming che coniuga libertà e struttura ed è capace di sviluppare in senso percussivo-melodico qualsiasi suggerimento. Più monolitico (e destrutturante) è apparso William Parker, anche se nel corso del concerto ha preso un assolo di rara potenza ed estro, cantando mentre improvvisava, usando lo slap e percuotendo il contrabbasso (che suona anche con un particolare archetto).

COMUNQUE il trio ha usato varie strategie di elaborazione della musica: i pezzi si sono articolati per aree timbriche, come il primo ed ispiratissimo brano; in altri casi hanno utilizzato un riconoscibile tema, su un tempo dato, per poi scardinare il tutto attraverso accelerazioni e frammentazioni; talvolta i tre ‘giganti’ hanno operato soprattutto in senso ritmico, come in un gustoso pezzo dalla scansione afrolatina. Rava ha occasionalmente virato verso brani riconoscibili, come un astratto e lunare Round Midnight o blues parkeriani, portando Cyrille a scambi di quattro battute e Parker a fare il walking bass. Brevi frammenti in un recital avventuroso e di grande respiro che il numeroso pubblico, folto di musicisti, ha apprezzato e applaudito in modo convinto, ottenendo due bis. Chiude il tour europeo (iniziato al festival portoghese SeixalJazz) il concerto del 4 novembe al teatro Carcano di Milano.