Lavoro

Rappresentanza, firmata l’intesa con i sindacati. Ora la legge è attesa

Con la firma della convenzione attuativa con Inps e l’Ispettorato nazionale del lavoro (Inl) si dà il via libera alla misurazione della rappresentanza dei sindacati che permetterà di stabilire quali hanno titolarità a contrattare e firmare i contratti nazionali

Pubblicato circa 5 anni faEdizione del 20 settembre 2019

Il dieci gennaio 2014 Cgil, Cisl e Uil da una parte e Confindustria dall’altra firmarono il testo unico sulla rappresentanza. Sono serviti 5 anni e 9 mesi e 9 giorni perché diventasse realtà. Ieri con la firma della convenzione attuativa con Inps e l’Ispettorato nazionale del lavoro (Inl) si dà il via libera alla misurazione della rappresentanza dei sindacati che permetterà di stabilire quali hanno titolarità a contrattare e firmare i contratti nazionali: serve il 5 per cento di rappresentanza nel settore. L’obiettivo è eliminare i cosiddetti «contratti pirata» stimati dal Cnel in due terzi sugli 868 contratti collettivi censiti. Sono i contratti firmati da sindacati e organizzazioni di impresa di comodo per abbassare le condizioni salariali e di diritti dei lavoratori.

L’Inps misurerà le deleghe sottoscritte dai lavoratori per cedere l’un per cento del loro salario iscrivendosi al sindacato prescelto. Insieme all’Inl, l’Inps misurerà i voti raccolti dai sindacati nelle elezioni per le Rappresentanze unitarie (Rsu). La media ponderata dei due dati – «dato associativo» e «dato elettorale» – farà fede per validare i contratti collettivi e nazionali: lo saranno solo quelli sottoscritti da almeno il 50 per cento. E solo questi saranno votati e dovranno essere approvati dalla maggioranza dei lavoratori coinvolti. Garante del processo sarà un comitato costituito ad hoc composto da esponenti sindacali e datoriali, presieduto da un rappresentante del ministero del lavoro. Ad aderire al testo unico sono circa 22.395 aziende per oltre 2,3 milioni di lavoratori. Ammontano invece a 170 i sindacati di categoria sottoscrittori – Usb, Cobas, Cisal e molti autonomi. Ben 78 i settori economici coperti dalla nuova rappresentanza. Per completare bisognerebbe certificare la rappresentanza delle organizzazioni datoriali: anche lì ne esistono di sconosciute.

La firma, avvenuta nella sede Inps di piazza Colonna a Roma, è stata l’occasione per fare il punto su un tema molto caldo. «Si aprire una nuova stagione di lotta ai contratti pirata e in funzione anti-dumping perché la concorrenza non si fa sui lavoratori ma sul mercato, con l’innovazione e i processi» ha dichiarato il presidente dell’Inps Pasquale Tridico. «Inizia un nuovo percorso nella storia delle relazioni industriali – ha commentato la ministra del lavoro Nunzia Catalfo – che ha tra i suoi punti di arrivo l’emanazione di una legge sulla rappresentanza, attuando la seconda parte dell’articolo 39 della Costituzione», ovvero sull’efficacia erga omnes dei contratti. «Ora per rafforzare la democrazia, l’impegno deve essere di estendere le Rsu in tutti i luoghi di lavoro e fare in modo che il diritto diventi ovunque esigibile. Per questo serve un impegno corale e collettivo» ha commentato il segretario della Cgil Maurizio Landini. «Occorre fare un ulteriore passo in avanti per definire regole e criteri per la rappresentanza datoriale» ha detto la segretaria generale della Cisl Annamaria Furlan. «Alle elezioni delle Rsu partecipa l’85% degli aventi diritto, e in un periodo in cui si parla di disintermediazione, Cgil, Cisl e Uil hanno prodotto un accordo per misurarsi» ha concluso il leader Uil Carmelo Barbagallo.

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