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Rai, Berlusconi onora l’accordo e «i 5S fanno finta di niente»

Rai, Berlusconi onora l’accordo e «i 5S fanno finta di niente»Federico Fornaro

Intervista a Federico Fornaro (LeU) «A condurre la trattativa è stato il proprietario del principale competitor della Rai. Non era mai successa neppure con Forza Italia al governo» denuncia il deputato componente della Commissione di Vigilanza

Pubblicato circa 6 anni faEdizione del 20 settembre 2018

Presidente Fornaro, in Vigilanza sono stati approvati due emendamenti di LeU sui tempi della nomina del nuovo presidente del cda. Perché i tempi sono così importanti?

Il primo ha valenza giuridica e sostituisce la formula «con sollecitudine» con quella «senza indugio»: il cda deve convocarsi in pochi giorni per nominare il presidente. Il secondo fissa una data per la nomina, il 26 settembre. I tempi sono importanti, come segnalato anche dall’Usigrai, perché dopo il voto della commissione che non aveva accolto la candidatura Foa, si era entrati in una terra di nessuno. La presa di posizione unanime dell’Ufficio di presidenza, supportata da pareri autorevoli, permetteva al cda di operare solo in regime di ordinaria amministrazione. L’azienda è rimasta bloccata per un mese e mezzo: un tempo lunghissimo. Bisognava mettere fine a questa manfrina.

È stato invece bocciato l’emendamento per escludere la formula «senza limitazioni». È il via libera alla riproposizione di Foa?

Direi di sì. La forzatura è tutta in quella formula, con la quale si offre una copertura al cda per riproporre Foa. Il problema legale era infatti che la riproposizione avrebbe determinato un contrasto tra cda e Vigilanza. Così, invece, la maggioranza prova a tutelare il cda e con l’audizione del candidato, cioè presumibilmente di Foa, offre una via d’uscita a Fi, che dovrà giustificare il rovesciamento di posizione.

Cosa è cambiato in questo mese e mezzo per Fi?

Il vertice di Arcore. La risoluzione approvata ieri è la prova provata di quell’accordo. È incredibile che tutto si sia svolto con il silenzio complice di M5S. Hanno accettato senza proferire verbo quella che persino i giornali di area Fi definivano una «trattativa». Non è solo politica lottizzatrice. A condurre la trattativa è stato il proprietario del principale competitor della Rai. Non era mai successa neppure con i governi Berlusconi. Eppure i 5S, dopo anni passati a strillare contro il conflitto di interessi e la lottizzazione, hanno fatto finta di niente. Sembrano un altro partito rispetto a quello della legislatura scorsa: il dottor Jeckyll e Mr. Hyde.

Su cosa hanno trattato Lega e Fi?
La vicenda dimostra che l’accordo c’è ed è su Foa. Se in cambio Fi abbia incassato solo l’intesa per le prossime elezioni regionali e amministrative oppure anche sulle proposte ventilate da M5S, in particolare sui tetti pubblicitari, non posso dirlo. Le impronte digitali non si troveranno mai.

Si pone anche una questione di legalità?

Ci sono pareri contrastanti. Secondo quelli raccolti da Usigrai e Pd la riproposizione di Foa è illegale. Altri pareri, credo inclusi quelli richiesti dal cda Rai, sono opposti. Noi abbiamo cercato di porre la questione in termini soprattutto politici. Siamo di fronte a una vera doppia maggioranza. C’è quella che sostiene il governo ma quando si parla di nomine rispunta fuori anche la seconda, che comprende tutto il centrodestra. M5S aveva detto che mai avrebbe fatto accordi con Berlusconi. Ma sulle nomine le intese le trovano. O almeno non le ostacolano.

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