Rai, 5 Stelle sfrenati. L’azienda: inaccettabile
Questa volta arriva anche una nota ufficiale di viale Mazzini, che «stigmatizza l’ennesimo attacco nei confronti dell’informazione e dei direttori del servizio pubblico». L’offensiva di fine estate scatenata dal Movimento […]
Questa volta arriva anche una nota ufficiale di viale Mazzini, che «stigmatizza l’ennesimo attacco nei confronti dell’informazione e dei direttori del servizio pubblico». L’offensiva di fine estate scatenata dal Movimento […]
Questa volta arriva anche una nota ufficiale di viale Mazzini, che «stigmatizza l’ennesimo attacco nei confronti dell’informazione e dei direttori del servizio pubblico». L’offensiva di fine estate scatenata dal Movimento 5 Stelle va avanti incessante, e i vertici della tv pubblica ribattono: «Fatta salva la libertà di critica e le diversità di opinioni, è inaccettabile che un movimento politico prosegua la sua campagna denigratoria nei confronti dell’informazione Rai, che con le sue professionalità, garantisce correttezza, rispetto e pluralismo». Non che sia precisamente un inedito, l’attacco a tg e programmi Rai da parte di esponenti politici. Ma ai piani alti di viale Mazzini non ci sono pentastellati, quindi non c’è bisogno nemmeno di litigare sulla risposta da dare.
Ma in effetti, l’invettiva firmata ieri dal senatore 5 Stelle Alberto Airola, membro della commissione di vigilanza Rai, sul blog di Beppe Grillo, è non solo particolarmente colorita, ma anche minacciosa: «Da un anno e mezzo torno a casa ogni sera e sento i tg nazionali vomitare letame sul M5S. Non sono solo indignato, sono infuriato per la palese e indecente disinformazione che vige in questo paese e per come molti cittadini continuino a bersi le bufale di questa gentaglia. Basta credere a questi tg. Basta sentire le notizie di tg come quello di Orfeo o della Maggioni (Rainews) talmente incapace da avere oltre 200 giornalisti e fare lo 0,4% di share. Non ci arrenderemo mai e questa gentaglia pagherà, forse non oggi ma domani sicuramente». Il tutto accompagnato da fotografie dei direttori delle testate Mario Orfeo, Marcello Masi e Bianca Berlinguer, sopra la scritta: «Fuori i burattini dalla Rai per una informazione libera» e non da «dittatura sudamericana». E il senatore dice anche di sapere «di cosa sto parlando» perché «ho lavorato per anni come tecnico di ripresa per i tg» e non si dica che «attacchiamo la categoria dei giornalisti indiscriminatamente» perché «difendo i precari del settore».
«È singolare che l’attacco arrivi dal Movimento 5 stelle che da Rainews 24 ha rispetto, ascolto e spazio continuo», ribatte Monica Maggioni, direttrice di Rainews24, respingendo le accuse. «L’estate sta finendo e, come un rito stanco, per riaccendere il dibattito si punta sui ’classici intramontabili’. Il picchiare sulla Rai è tra questi. Alla giostra non intendiamo partecipare», risponde poi il sindacato dei giornalisti Usigrai, che comunque rispedisce al mittente insulti e minacce e sollecita piuttosto, se si vuole liberare la Rai dai partiti, la presentazione di proposte in parlamento. Mentre il presidente dell’Ordine dei giornalisti Enzo Iacopino parla di «linguaggio indegno» e «volgarità criminale» per avere «un quarto d’ora di celebrità». Ma anche un altro 5 Stelle, Angelo Tofalo, vuole la sua ribalta e twitta: «Quando il giornalismo è asservimento alla politica, allora nascono le Giulia Innocenzi!». Tutto perché la giornalista aveva difeso il direttore del Tg1 Orfeo.
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