Cultura

Raffaele La Capria, la vista subacquea della letteratura

Raffaele La Capria, la vista subacquea della letteraturaRaffaele La Capria foto di Ulf Andersen/Getty Images

ADDII Muore all’età di 99 anni, lo scrittore traduttore e sceneggiatore. «Ferito a morte», romanzo del 1961, è meditazione e rappresentazione anti-oleografica di Napoli. Tra i suoi libri: «L’armonia perduta» (1986), «Capri e non più Capri» (1991), «L’estro quotidiano» (2005). Ci ha detto di come il fulgore delle cose stia nelle loro superficie, e di come, nell’arte del narrare, non soltanto la sottrazione è importante, ma, con essa, anche l’aderire delle parole alle cose

Pubblicato circa 2 anni faEdizione del 28 giugno 2022
«Chiamiamolo Candido. Classe 1922. Nasce da una famiglia di media borghesia, in un ambiente di media cultura, in una città di media importanza: lui stesso diciamo che è di media intelligenza. Per una non trascurabile fatalità nasce con lui anche il fascismo». Così, di se stesso, Raffaele La Capria, la cui opera abbiamo imparato a leggere meglio man mano che ci si allontanava dall’exploit del 1961, quel Ferito a morte che è insieme romanzo, meditazione, sperimentazione e presa di distanza da queste stesse cose attraverso una rappresentazione anti-oleografica di Napoli, invece vista subacquea, a fasci di luce radenti o distanti....
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