Radicali italiani: «Utili alla nostra economia»
Migranti Bonino: valgono l'8 per cento del Pil, ne servirebbero 157mila l''anno per compensare la riduzione della popolazione in età lavorativa e garantire il sistema previdenziale
Migranti Bonino: valgono l'8 per cento del Pil, ne servirebbero 157mila l''anno per compensare la riduzione della popolazione in età lavorativa e garantire il sistema previdenziale
«Non siamo di fronte a un’invasione, come una politica intollerante e nazionalista vuol far credere. Certo l’immigrazione è un problema complesso. E si può risolvere con strategie complesse, considerandola non un’emergenza, ma un’opportunità». Le parole di Emma Bonino sono la sintesi perfetta del rapporto «Governance delle politiche migratorie» presentato ieri in Senato dai Radicali italiani. Obiettivo: sconfiggere la «grande bugia» del racconto sull’immigrazione vista solo come una minaccia, dando una fotografia più realistica di un fenomeno sì drammatico, ma che per i radicali è possibile affrontare con politiche adeguate. Il rapporto analizza la situazione degli ultimi anni nell’Unione europea. I dati che emergono sono diversi da quelli che ci si potrebbe aspettare. Negli ultimi anni in Italia il flusso di immigrati è diminuito, dai 515mila del 2007 ai 250mila del 2015. Gli stranieri sono l’8,2% della popolazione e nell’ultimo decennio hanno controbilanciato la flessione delle nascite. Inoltre hanno contribuito alla crescita della ricchezza, aumentando dell’8% il nostro Pil con il loro lavoro. Risultano quindi una risorsa per il Paese: senza di loro il nostro welfare sarebbe insostenibile a causa del rapido invecchiamento della popolazione. Tanto che, avvertono i Radicali, all’Italia servirebbero 157.000 immigrati l’anno «per compensare la riduzione della popolazione in età lavorativa e garantire il sistema previdenziale».
Accanto a questi dati positivi, si evidenziano anche i problemi. Il più grave: l’alto numero di migranti (il 60%) che non riesce ad ottenere asilo in Italia, e va ad aumentare gli irregolari che restano nel Paese. Per evitare questo rischio i radicali propongono di eliminare le quote di ingresso introducendo un permesso di soggiorno temporaneo per la ricerca di occupazione. E, ancora, la «regolarizzazione su base individuale degli irregolari con lavori e legami familiari stabili, secondo il modello spagnolo». Fondamentale poi il miglioramento dei centri di protezione e accoglienza. Il modello in questo caso è quello tedesco, con l’obiettivo di fornire agli immigrati formazione professionale e avviamento lavorativo. Per i rifugiati, infine, bisognerebbe poi «creare canali legali d’arrivo e corridoi umanitari, permettendo ai migranti in aree di crisi di accedere alla protezione internazionale». «Una sfida che richiede un’enorme mobilitazione ai cittadini italiani ed europei», sottolinea Riccardo Magi, segretario dei Radicali italiani. Una sfida epocale, ma irrinunciabile, su cui si gioca il futuro del progetto europeo.
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