Prima di tutto la voce: dolente, eroica, innamorata e malinconica, poi la storia, anzi le storie. Contare le sedie di Ester Armanino (Einaudi, pp. 166, euro 18) vive interamente nel tono di una donna che non si fa interprete o protagonista della narrazione, ma elemento resistente all’ovvietà dei giorni e degli incontri. La voce, con il suo variare, riflette l’azione, dà forma ai colori di una storia che non si compie in virtù di, ma più spesso in opposizione a. La narrazione ha un movimento meccanico e assume gesti ripetitivi che improvvisamente si scontrano con l’irriducibilità di un sentimento che...