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Questione nera d’Olanda

Questione nera d’OlandaOtto Huiswoud con Ermina

La Negro Question Con una mostra su Hermina e Otto Huiswoud, che animarono la «Harlem Renaissance» e il Partito comunista americano prima di stabilirsi a Amsterdam, i Paesi bassi fanno i conti anche con il loro passato coloniale

Pubblicato quasi 7 anni faEdizione del 9 gennaio 2018

Primo iscritto nero del Partito comunista americano e autore della relazione sulla «Negro question» al quarto congresso del Comintern, Otto Huiswoud si impegnò da militante comunista tra Europa e America nella lotta contro razzismo e discriminazione.

Alle vicende sue e della moglie Hermina è dedicata la mostra Zwart en Revolutionair: het verhaal van Hermina en Otto Huiswoud («Neri e rivoluzionari: la storia di Ermina e Otto Huiswoud»), allestita a Amsterdam dagli studiosi e attivisti di The Black Archives, una delle prime associazioni nei Paesi bassi che si propone di investigare le connessioni tra razza, colonialismo, schiavitù senza dimenticare gli effetti indotti dalla loro eredità congiunta sulla società olandese di oggi.

«ABBIAMO SCELTO QUESTO TEMA per la nostra prima mostra quasi per caso – spiega Jessica De Abreu, una delle cofondatrici del gruppo – appena entrati nella nostra nuova sede in uno spazio dell’associazione degli immigrati surinamesi (VoS), abbiamo trovato molti scatoloni. In quelli che recavano la scritta Huiswoud c’erano libri autografati dai vari leader del movimento nero mondiale. Siamo rimasti così stupiti che abbiamo voluto capirne di più».

Nato in una famiglia di ex schiavi nel 1893 a Paramaribo, in Suriname, Otto Huiswoud divenne un «rivoluzionario di professione», intrecciando le sue vicende biografiche con quelle del movimento comunista e anticoloniale prima negli Stati uniti, poi in Russia e in altri paesi europei e infine a Amsterdam dopo la seconda guerra mondiale.

A cambiare la sua vita, fu la decisione di abbandonare a sedici anni il Suriname e di raggiungere gli Stati uniti, come altre migliaia di persone dai Caraibi e da tutto il mondo nei primi decenni del ‘900.

NELLA CITTÀ DI NEW YORK si stabilì nel quartiere di Harlem dove rimase affascinato dai dibattiti e dalle discussioni di cui erano teatro le sue strade e i suoi locali. Dopo aver lavorato come portinaio, lavapiatti e cameriere, nel 1916 entrò a far parte del Partito socialista d’America, avvicinandosi all’area più intransigente. Per questo Otto Huiswoud viene considerato il primo iscritto nero del Partito comunista statunitense, nato nel 1919. Fin da subito coniugò la sua militanza comunista con l’impegno contro il razzismo e per l’emancipazione della popolazione nera, firmando insieme al giamaicano Claude MacKay la relazione sulla «Negro question» al quarto congresso del Comintern.

«NONOSTANTE sia essenzialmente di natura economica, la questione nera viene alimentata ed esasperata dal contrasto tra i neri e i bianchi. È risaputo come i pregiudizi stiano giocando un ruolo importante nella discussione» disse, spingendo i rappresentanti del Comintern ad affrontare di petto la questione e a nominarlo alla guida della Negro Commission. Tornato negli Stati uniti, Otto Huiswoud continuò il proprio impegno politico in favore dell’emancipazione degli afroamericani, guidando il sindacato internazionale dei lavoratori neri (Itucnw) e pubblicando articoli sul giornale The Negro Worker.

AD ACCOMPAGNARLO c’era Hermina Dumont, nata nel 1905 nella Guyana britannica e arrivata a New York nel 1919 dove i due si sposarono nel 1926. Era il periodo del movimento-rinascimento artistico-culturale afroamericano noto come Harlem Renaissance, che diede la possibilità alla coppia di entrare in contatto con intellettuali e scrittori neri come W.E.B Du Bois, Langston Hughes e Marcus Garvey.

I due furono costretti a separarsi durante la seconda guerra mondiale quando nel 1941, non appena arrivato in Suriname per un periodo di cura, le autorità olandesi arrestarono Otto Huiswoud per la sua conclamata militanza comunista.

Finito il conflitto mondiale, i due si riunirono e si trasferirono a Amsterdam, entrando a far parte della associazione degli immigrati surinamesi. Nelle sue fila continuarono l’impegno antirazzista e anticolonialista fino alla morte, avvenuta per Otto nel 1961 e nel 1998 per Hermina.

«LA CONSAPEVOLEZZA (delle lotte anticoloniali nel continente africano e americano, ndr) è una condizione necessaria per lo sviluppo dello spirito di autodeterminazione del popolo surinamese. Dobbiamo capire che lo stesso sistema è responsabile dei nostri problemi, di quelli dei marocchini, dei centro-africani e di ogni altro popolo coloniale», scriveva Otto Huiswoud sul De Koerier in un articolo del 1955.

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