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Questione di bomber, è corsa a tre verso lo scudetto

Questione di bomber, è corsa a tre verso lo scudettoUn'immagine dal match di andata Milan Torino 1-0 – foto La Presse

Calcio A sette giornate dalla fine del campionato, Napoli Milan e Inter guidano la classifica racchiuse in una manciata di punti

Pubblicato più di 2 anni faEdizione del 9 aprile 2022

Per vincere il titolo ora serve un filotto di successi. E servono i gol degli attaccanti. Ibrahimovic, Osimhen, Lautaro Martinez, dipende da loro una buona fetta dei destini delle prime tre in classifica. Per motivi diversi, sono le frecce attese al proscenio nei sette turni che mancano alla fine del torneo, con Milan, Napoli e Inter raggruppate in appena tre punti, in attesa del recupero nerazzurro con il Bologna, tra meno di 20 giorni.

IBRA È TORNATO da poco dopo mesi di infortuni. Certo, l’età pesa, gli anni sono quasi 41, si è specializzato nel ruolo di motivatore in panchina, tra occhiatacce e pacche sulle spalle ai compagni meno esperti. Il Milan ha bisogno dei suoi timbri (otto sinora, quasi tutti nel girone d’andata) perché Giroud è utile ma segna poco e dal reparto offensivo non stanno arrivando risposte positive. Lo svedese, a partire dalla trasferta di Cagliari dove dovrebbe partire dalla panca, si gioca in poco meno di due mesi il nuovo contratto annuale. Dovrebbe essere l’ultima firma di una carriera da leggenda con l’unico neo da addebitare al destino, ovvero condividere 15 anni di calcio con Messi e Cristiano Ronaldo, che si sono divisi Champions League e Pallone d’Oro in serie.
Osimhen sulla carta d’identità conta 17 anni in meno di Ibra. E si vedono tutti, specie in allungo, con metri di campo avanti, dove diventa incontenibile. Quindici gol stagionali, 12 partite già saltate in campionato, un’incidenza spaventosa sull’andamento del Napoli: 2,3 punti a partita per gli azzurri con il nigeriano, circa 1,7 punti in sua assenza. Pare un predestinato, Osimhen, un diamante sicuramente da rifinire. Con Vlahovic, la punta di maggior valore del campionato. Ma i ripetuti infortuni sono fonte di preoccupazione. Anche nella passata stagione ha saltato oltre dieci partite, tra la lesione ai nervi di una spalla che ne impediva il movimento, il Covid-19 e qualche altro contrattempo. Domani contro la Fiorentina ha garantito la sua presenza, un risentimento muscolare – l’ennesimo in casa Napoli – aveva messo in allarme Luciano Spalletti, che conta anche su Mertens, su Insigne, su Lozano, fattori decisivi nel successo a Bergamo domenica scorsa. Ma è il nigeriano l’asso di briscola per giocarsi lo scudetto.

E SE IL NAPOLI essenzialmente va dove lo porta Osimhen, l’Inter deve puntare per forza di cose su Lautaro Martinez per ritrovare un po’ di passo e rilanciarsi in zona scudetto dopo il successo non proprio convincente in casa della Juventus. L’argentino conta 14 reti in campionato, ma da mesi ha perso smalto, un lampo con la tripletta alla Salernitana ma sia lui che Dzeko (e Sanchez, dopo un periodo di risalita) sono poco lucidi in zona gol e gli interisti iniziano a rimpiangere il duo Conte-Lukaku che a questo punto della scorsa stagione aveva già garantito il tricolore. Oggi (ore 15) per i nerazzurri c’è da sfruttare il fattore campo con il Verona, lanciando la volata finale con un calendario decisamente più abbordabile – almeno sulla carta – rispetto a Milan e Napoli.

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