Questa moneta servono
Il colonnino infame Ma come cavolo ha fatto la strana coppia Conte-Casalino a mettere nel sacco quei taccagni del nord che non volevano scucire un euro? Intanto erano partiti malissimo: appena sbarcati a […]
Il colonnino infame Ma come cavolo ha fatto la strana coppia Conte-Casalino a mettere nel sacco quei taccagni del nord che non volevano scucire un euro? Intanto erano partiti malissimo: appena sbarcati a […]
Ma come cavolo ha fatto la strana coppia Conte-Casalino a mettere nel sacco quei taccagni del nord che non volevano scucire un euro? Intanto erano partiti malissimo: appena sbarcati a Bruxelles i due terruncelli si sono persi e hanno dovuto chiedere informazioni a un vigile urbano straniero: «escusemuà, noio volevam sauàr… per andare dove dobbiamo andare, per dove dobbiamo andare?» E così, inseguiti da sfottò e risatine che manco Sarkozy e la Merkel alle spalle di Berlusconi, il duo s’è avviato al Consiglio Europeo tenendosi per la mano.
Poi Roccò e Peppini, per quanto scarpe grosse e cervelli fini, si sono ritrovati al centro di una babele di calcoli, ricatti e veti incrociati, dove non ci hanno capito una mazza. Allora prendono carta, penna e calamaio, e tentano un cucchiaio alla Totti: uno detta e l’altro scrive: «Signorina Ursula, (intestazione autonoma), veniamo noi con questa mia addirvi (una parola), che scusate se non sono poche, ma duecentonove miliardi (punto e virgola), noi non ci fanno specie che quest’anno c’è stata una grande pandemia delle vacche come voi ben sapete (punto, due punti, punto e virgola). Questa moneta servono che noi ci consoliamo, (punto, punto e virgola, un punto e un punto e virgola… ma sì, fai vedere che abbondiamo, abbondandis in abbundandum!)». La prosa semplice e sincera di Roccò e Peppini colpisce al cuore la signorina, che chiama il presidente Michel, Michel chiama Rutte e la trattativa finalmente si sblocca. Ma un dubbio persiste. Già, perché se tra i due, Peppini recita la parte di quello coi piedi per terra, taccagno e attaccato al portafoglio, Roccò è pur sempre il principe del vivere al di sopra dei propri mezzi… se gli davano i soldi, quale dei due avrebbe prevalso? A mettere a tacere i frugali definitivamente, la solenne rassicurazione di Peppini che il capo è lui, e la borsa dei soldi lui se la tiene ben stretta: «non un euro uscirà», giura, «se non per investimenti produttivi!»
Quello che tutti non sanno è che storicamente, Peppini è solo la spalla…
La fine è nota: i due terruncelli tornano al paesello accolti come eroi e quella stessa sera Roccò sfilerà a Peppini la sudata borsa coi soldi. Da quel giorno, ogni giorno, tutti a mangiare a quattro palmenti nei ristoranti a Cinquestelle del Belpaese con aragoste, caviale, ostriche e champagne come se piovesse reddito di cittadinanza. E non meno di quota cento di nani e ballerine… ma che dico cento? pure due, trecento… (ma sì! fai vedere che abbondiamo, abbondandis in abbundandum!).
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