Quell’incanto delle parole per dire la vita inarrestabile
NARRATIVA A proposito dell'ultimo libro di Silvia Palombi edito da Qed. E domani a Tortora in Calabria il memoir verrà presentato nell'ambito di CalaCitra Libri Festival
NARRATIVA A proposito dell'ultimo libro di Silvia Palombi edito da Qed. E domani a Tortora in Calabria il memoir verrà presentato nell'ambito di CalaCitra Libri Festival
La vita può conoscere inabissamenti temporali, congelamenti emotivi, smagrire d’improvviso e scolorire, ma anche tornare come uno schiaffo in faccia, custodita in una fotografia, magari chiusa in una scatolina-totem dal sapore magico, riposta in un armadio come fosse la protagonista di un rito sacro per far sì che l’amore si riaccenda invece di consumarsi come una candela. Vittoria è la figura centrale del romanzo-memoir Pacchetti, cani e altre questioni di Silvia Palombi, pubblicato da Qed («come volevasi dimostrare»), la casa editrice nata questa estate dalla determinazione di Pina Labanca, che ha scelto il sud, Tortora in Calabria come sede della sua «creatura».
Il libro – sarà presentato domani alle 22, appuntamento letterario di CalaCitra Libri Festival – apre la collana «kòsmos», dando già una indicazione di percorso: incantesimo delle parole, storie vissute, filosofie esistenziali, racconti immersivi che tessono insieme i fili della comunità umana.
COSÌ, QUELLA VITTORIA che seguiamo nei suoi pensieri, che vediamo comparire al centro di una rete di ricordi, mentre cambia città e case, adora e compiange le scomparse ad uno a uno dei cani di famiglia, assiste i genitori e, infine, accettando i dolore e, a volte, i morsi della solitudine, si reinventa una quotidianità altrove, si sovrappone senza sbavature con l’autrice e la «spia» di questo procedere autobiografico, pur nel rimescolìo insistito delle carte, è lo stile narrativo scelto con il passaggio – quasi distratto – dalla terza alla prima persona, e viceversa.
Compreso qualche ammiccamento al lettore/lettrice, chiamato in campo a rispondere dei propri sentimenti, del suo particolare «stare al mondo».
La funzione primaria, quella che nutre la scrittura e la fa agire dando l’avvio al flusso di memorie e inanellando capitoli, è tutta in quel pacchetto, dimenticato e riscoperto, da aprire con stupore. Presente e passato sono intrecciati fittamente in un vaso di Pandora che ospita sogni, desideri, immagini, brani di passioni.
PALOMBI, una vita passata fra i libri prima di trasformarsi in autrice lei stessa (ha contribuito anche a fondare Charta) e con una esperienza pluriennale di ufficio stampa che l’ha vista navigare in primo luogo nel mare aperto e agitato dell’arte contemporanea, chiude il suo racconto con una descrizione delle varie case che l’hanno ospitata (al momento della stesura è reduce dall’ennesimo trasloco): sono appartamenti che svolgono il compito dei romanzi di formazione, con le loro «minutaglie», le stanze che si allargano o restringono, gli attraversamenti umani, i conflitti, i dolori e le gioie della crescita e delle mutazioni di pelle cui si è costretti nel corso delle proprie esistenze.
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