Ciò che è accaduto è ormai noto nei dettagli, così come la strumentalizzazione sulla pelle di chi, indifeso davanti allo sciagurato delirio xenofobo, ha subito questo attentato. È stata «cercata la strage», prosegue l’appello che si rivolge ai direttori e alle direttrici delle reti televisive e delle testate giornalistiche, chiamando a una responsabilità che non arretri sul «patto democratico e antifascista». La narrazione tossica e senza conduzione a cui si assiste nei vari talk show «nei quali vige da tempo la politica dei microfoni aperti, senza nessuna direzione o controllo», determina l’amplificazione di talune farneticazioni che generano una legittimazione di violenza.
L’attentato di Macerata lo dimostra: «Le parole di odio, lo abbiamo visto chiaramente, possono tradursi in atti di violenza omicida. Azioni che, acclamate e imitate, rischiano seriamente di innescare una spirale di violenza. Per noi è evidente che il nodo mediatico ha contribuito a produrre e legittimare lo scatenarsi delle pulsioni peggiori.
Per questo chiediamo ai media di non prestare più il fianco alla propaganda d’odio, ma di compiere anzi uno sforzo nel contrastarla».
Quelle narrazioni che amplificano la spirale della violenza
L'APPELLO. Scrittori e scrittrici si rivolgono ai direttori e alle direttrici delle reti televisive e delle testate giornalistiche riguardo i fatti di Macerata
L'APPELLO. Scrittori e scrittrici si rivolgono ai direttori e alle direttrici delle reti televisive e delle testate giornalistiche riguardo i fatti di Macerata
Pubblicato 5 anni faEdizione del 7 febbraio 2018
Pubblicato 5 anni faEdizione del 7 febbraio 2018