Cultura

Quelle memorie sperdute tra letteratura e Storia

Quelle memorie sperdute tra letteratura e StoriaDita Parlo, nell’«Atalante» di Jean Vigo (1934)

Scaffale In «Fuochi» di Roberto Farina (Milieu Edizioni) i ritratti di chi ha vissuto con intensità di fiamma. Tra le vite narrate, quella di Dita Parlo, protagonista dell’«Atalante» di Jean Vigo

Pubblicato circa 5 anni faEdizione del 31 ottobre 2019

Una raccolta di ritratti di donne e uomini che hanno vissuto con intensità di fiamma: questo è Fuochi di Roberto Farina (Milieu Edizioni, pp. 425, euro 19,90 euro). Nella scrittura di Farina è impossibile non trovare un riferimento letterario nelle Vite immaginarie di Marcel Schwob, in cui le biografie sono scienza dell’infimo particolare, dove l’occhio coglie solo quei gesti, quei momenti che distinguono irrevocabilmente un destino da ogni altro. Gilles Deleuze e Felix Guattari in Mille piani, sostengono a proposito dei libri di Schwob, che la letteratura, in certi casi, può rinnovare la Storia e imporgli delle vere direzioni di ricerche. Affermazione non distante dall’idea di immaginazione come strumento di indagine, teorizzata da Farina.

TRENTASEI RACCONTI più uno – una bonus track – quello significativo dedicato a Dita Parlo, il cui indimenticabile sorriso subacqueo in Atalante di Jean Vigo accompagna la sigla di «Fuori Orario», la trasmissione notturna ideata da Enrico Ghezzi. È grazie alle ricerche che hanno portato alla stesura di questo racconto che l’attrice tedesca è stata scagionata dall’accusa di collaborazionismo con i nazisti. L’immaginazione ha contribuito all’indagine, ha imposto la verità alla Storia. Come era possibile che l’attrice che ci ha regalato la risata più bella del cinema, «l’immagine della gioia di vivere. Una risata spensierata, ma carica di coraggio, intelligenza e anche un poco di malizia», una risata che «libera gli uomini dalla paura» potesse essere una collaborazionista? Infatti non lo fu. Questo particolare non lo leggerete nel libro, lo ha raccontato l’autore, durante una presentazione.

Farina – che negli anni scorsi ha scritto le biografie di Andrea Pazienza, Giandante X, Flavio Costantini e curato quelle del cantastorie della mala milanese Giancarlo Peroncini, detto Pelè, e della partigiana Onorina Brambilla Pesce – ricostruisce percorsi di vita vissuta, con bruciante rapidità, dove si incontrano personaggi illustri come Dostoevskij, Van Gogh, Tommaso Campanella, Luis Buñuel, Robespierre: passando dalla Rivoluzione francese alla Resistenza italiana, dall’America di Sacco e Vanzetti alla Milano di Medardo Rosso, alle vite non sottomesse del ladro anarchico Sante Pollastro e degli appartenenti alla Banda Bonnot, dall’astronauta Michael Collins all’abbagliante intelligenza di Milena Jesenska.

Sono «memorie sperdute, rifiorite in un ciclo di racconti dove personaggi storici, costruiti per accumulo di fatti reali, sono sviluppati narrativamente, alla ricerca di una verità intima. Ogni racconto racchiude un personaggio poco noto, ma colossale, o uno molto noto, del quale però viene raccontato un aspetto dimenticato. Figure molto vicine o lontane nel tempo e nello spazio, ma legate dal filo rosso della lotta per la liberazione dell’individuo, di tutta l’umanità, dalla schiavitù e dall’ignoranza», sottolinea l’autore.

TRA IL VERO e il verosimile scorrono le vite, di volta in volta brucianti o bruciate, del Milite Ignoto, Kaspar Hauser, Camille Claudel, Etty Hillesum, Buster Keaton, Käthe Kollwitz, Jack London , Dashiell Hammett, Giovanni Pesce, Blaise Cendrars, Amatore Sciesa, Giuseppe Grandi, Egisto Rubini, Antonia Pozzi, Paul Gauguin Claudia Ruggerini, Amilcare Cipriani e altri.

«Fuoco malvagio che sale / perfetta proiezione e simbolo della / volontà risvegliata e ribelle / immagine unica della ribellione», scriveva Holderlin. E tra i racconti di vita più infuocati – dove scrittura e immaginazione trovano la vivacità della fiamma e armonia metafisica -, una segnalazione particolare va a quelli dedicati al pugile Chuck Wepner – al suo scontro con Cassius Clay-Muhammad Ali e al suo incontro con Edith – e alla pericolosa immaginazione di Guy de Maupassant.

Infine, da sottolineare anche l’importante parte conclusiva del volume, dove scorrono le dense curiosità biobibliografiche sui personaggi raccontati e l’interessante patchwork di immagini, grafiche e disegni del Centro studi Canaja.

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