Quando nel 1990 Zero maggio a Palermo, scritto da Fulvio Abbate, compare per la prima volta racconta in maniera formidabile un periodo istantaneo che precede il crollo e anticipa la disillusione. Un romanzo di post-formazione, ora ripubblicato per La nave di Teseo (pp. 218, euro 17, postfazione di Giorgio Vasta), in cui non è la crescita l’elemento cangiante di un percorso intellettuale, politico e formativo che coinvolge i due giovani protagonisti, bensì l’attesa che viene prima della scomparsa; Ale e Dario sono infatti immersi in una onirica quanto palpabile Palermo di fine anni Settanta, in cui il comunismo celebra i...