Quell’aria «pop» del sabato sera
Telecomando La morte a sessant'anni di Fabrizio Frizzi e la nostalgia per una televisione che non c'è più
Telecomando La morte a sessant'anni di Fabrizio Frizzi e la nostalgia per una televisione che non c'è più
La scomparsa di Fabrizio Frizzi è umanamente dolorosa e, in un certo senso, aumenta la nostalgia per una televisione che non c’è più. O c’è sempre di meno.
Parliamo dell’intrattenimento di consumo, ma di qualità. Quel genere che ha popolato il sabato sera con leggerezza e stile, ancora alieno dal ricorso massivo alla baraonda del corpo a corpo degli ascolti. E sì, perché anche nelle componenti pop dell’offerta c’è un prima e un dopo.
I palinsesti preserali o l’ora x del sabato sera erano in competizione –certamente- tra pubblico e privato, ma non con le sciabolate trash dei Grandi Fratelli, delle Isole dei Famosi. E neppure con la guerra guerreggiata tra la lista dei programmi di Maria De Filippi e il luccichio imperioso di Ballando sotto le stelle. Laddove il glorioso varietà viene decostruito e riplasmato come micidiale macchina di ascolti e di pubblicità.
Ecco, I fatti vostri o Scommettiamo che? assomigliamo e tuttavia rimangono dentro i limiti di una tv ancora in grado di proporsi come flusso normale; e non evento, forzato e artificioso.
Frizzi va ricordato così: preparato e gentile nella forma come nei contenuti. Spesso parlare di una persona nota e stimata che scompare costringe a fare due conti, in particolare con ciò che simbolicamente rievoca, persino al di là delle intenzioni soggettive.
E non per caso, forse, Frizzi si era costruito partendo dalla tv per ragazzi, vera scuola di sensibilità e di generi. Fino al cimento nel format dei quiz, luogo di confine tra i programmi diurni e pomeridiani, e quelli della sera.
I soliti ignoti, Luna Park o L’eredità hanno una tenuta «immortale». Sono sempre stati per Rai1, e per i dirimpettai di Canale 5, la gara all’ultimo punto di share, onde trainare in prima fila il telegiornale che segue. Come i tempi delle prove nella Formula1, che definiscono la griglia di partenza della gara. La storia artistica di uno dei conduttori più seguiti del video nella lunga stagione del predominio «generalista» è stata assai ricca e variegata. Con alti e bassi, e comunque di livello, ivi compresa la conduzione di Domenica in, che per la geopolitica dell’offerta assomiglia all’esame di maturità. Rimpiangeremo educazione e cortesia, unite ad un senso istintivo per la società dello spettacolo.
Evitiamo rimpianti retorici, come pure la resa alle eccedenze volgari. Così alla moda.
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