«Il ’confine’, ossia quel fatto, luogo o linea, insomma quel qualcosa che serve normalmente da separazione tra due territori, non c’era. Tutti sapevano che era lì ma non c’era una qualche materialità a provarlo». La corsa di Ismail verso il luogo a cui appartiene ma che può solo immaginare, l’invisibilità di una frontiera che non separa terre ma uomini, la lontananza forzata e innaturale imposta dalla ragione degli Stati: in poche righe, nella gioia precocemente estirpata di Ismail, Carlo Torrisi condensa i dolori del mondo arabo nel suo Sibila il silenzio (Jouvence, pp. 288, euro 18) . LA STORIA, LE...