Cultura

Quella impresa politica e resistente della liberazione secondo la maestra Gilla

Quella impresa politica e resistente della liberazione secondo la maestra Gilla

NARRAZIONI «Aggiustare l’universo», di Raffaella Romagnolo per Mondadori

Pubblicato circa un anno faEdizione del 4 ottobre 2023

L’Italia è quella uscita dalla seconda guerra mondiale, il fascismo permea ancora fortemente le istituzioni e buona parte della coscienza degli italiani. La narrazione è quella di un paese da ricostruire, ancora più contadino che industriale e fatto principalmente di sfollati con un tasso di analfabetismo diffuso assolutamente drammatico. In questo ottobre del 1946 che nulla di buono sembra portare con sé appare luminosa come una scintilla Gilla, la giovane maestra di soli ventidue anni e insieme a lei il corpo giovane di un paese che ha saputo opporsi resistendo e combattendo.

MOLTE SARANNO LE ILLUSIONI a cadere, ma non l’effetto e la volontà di queste donne e di questi uomini che riuscirà comunque a plasmare una società almeno in parte migliore. Ed è partendo dal corpo esile e forse in parte dall’ingenuità fresca e solare di Gilla che prende avvio il romanzo ricco e denso di Raffaella Romagnolo, Aggiustare l’universo (Mondadori, pp. 366, euro 19,50), che riesce a raccontare due elementi portanti da sempre della repubblica italiana: la Resistenza e la scuola, quella pubblica. La scuola che a partire dal corso elementare restituì dignità e consapevolezza a una popolazione che mai aveva potuto accedervi. Impossibile per Gilla sarà rimuovere quello che è stato: la violenza e i soprusi di un regime ottuso e criminale come fu quello del fascismo italiano. Un dolore che attraversa la coscienza di chi deve provare a ricominciare e a ricostruire però in maniera anche radicalmente diversa. Le ventitré alunne divengono così una forza necessaria, uno scambio continuo, un vero e proprio esercizio di maieutica: chi salva una, salva l’altra. La salvezza però significa trasformarsi da uno stato di sopravvivenza ad una forma di concreta e possibile speranza di vita.

È UN PERCORSO LUNGO e complicato, una dinamica non dissimile da quella che spesso riguarda insegnanti e maestre anche oggi in un paese radicalmente mutato anche nella sua composizione sociale e scolastica. E una delle qualità della narrazione di Raffaella Romagnolo è proprio quella di riuscire a connettere due tempi e due mondi apparentemente distanti.
Un recupero attento delle radici capace di rigenerare il senso dell’oggi, di un lavoro che è una missione al di là di ogni patetica o vacua retorica. Aggiustare l’universo è dunque sia un romanzo ad ampio spettro, ricco e curioso, a tratti attraversato da un soffio di romanticismo, sia un romanzo civile capace di non banalizzare o peggio ancora di semplificare quello che fu un passaggio realmente traumatico per l’Italia. Partire dai bambini, partire dai loro bisogni fu dunque un modo per uscirne curati e salvi. Il libro ricorda, anche per i luoghi attraversati le memorie di Lidia Beccaria Rolfi contenute in L’esile filo della memoria (Einaudi).
Un volume che è bello ricordare a fianco del testo di Raffaella Romagnolo in una connessione storica e letteraria sempre necessaria e oggi ancora di più, là dove distrazione e perdita di memoria rischiano di annichilire quello che fu uno sforzo civile di liberazione.

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