C’è un’età della nostra vita che non sappiamo raccontare. Può durare una sola estate o una manciata di stagioni. Accade quasi sempre nell’intervallo tra gli otto e gli undici anni. Ricorderemo di quel tempo alcuni avvenimenti, i giochi e il cibo preferito, le cadute o qualche amore platonico, ma difficilmente sapremo definire come stavamo allora. Troppo vicine infatti si fanno in quel punto la crudeltà e l’innocenza. Sono giorni in cui, compressi nella strettoia dell’infanzia, ci rifugiamo in pianeti silenziosi, emanando una sostanza acida. COME DESCRIVERE allora in letteratura le emozioni di quell’età sospesa? Il passaggio alla pubertà di una...