Quella commissione non va. Lettera a Sangiuliano
Mentre le polemiche per il Frecciarossa Roma-Pompei, inaugurato dalla premier Meloni assieme al ministro della Cultura il 16 luglio scorso, non erano ancora scemate, Gennaro Sangiuliano si è visto «recapitare» una missiva dai toni ben poco amichevoli da parte della Cunsta- Consulta Universitaria per la Storia dell’Arte e della Sisca-Società Italiana di Storia della Critica d’arte, a proposito della commissione che dovrà nominare i nuovi direttori di 10 musei statali. La lettera, datata al 25 luglio, è rivolta anche al direttore generale dei musei Massimo Osanna, che con Sangiuliano aveva condiviso il viaggio della propaganda dalla capitale agli scavi vesuviani (d’altronde, al lancio del Frecciarossa che ogni domenica raggiungerà il parco archeologico più visitato d’Italia dopo il Colosseo, ha contribuito anche Urban Vision, società leader nel settore dei restauri sponsorizzati di edifici, opere d’arte e monumenti, il cui amministratore delegato è il marito del dg musei).
L’appello diffuso dalle succitate Consulte ha per oggetto la commissione, resa nota dal MiC circa una settimana fa, che dovrà selezionare i futuri direttori di 4 musei di «prima fascia», la Pinacoteca di Brera (Milano), il Museo e Real Bosco di Capodimonte (Napoli), le Gallerie degli Uffizi (Firenze) e la Galleria Nazionale d’Arte Moderna e Contemporanea (Roma), e sei di «seconda fascia», le Gallerie Estensi (Modena), il Museo archeologico nazionale di Taranto, le Gallerie nazionali di Arte antica (Roma), il Museo archeologico nazionale di Reggio Calabria, la Galleria nazionale dell’Umbria (Perugia) e il Museo nazionale d’Abruzzo (L’Aquila). A suscitare lo sdegno dei firmatari del documento è la composizione della commissione presieduta da Francesco Di Ciommo, ordinario di diritto privato presso la Luiss: tra i 5 membri figura una sola storica dell’arte (Daniela Porro, dal 2019 a capo della Soprintendenza Speciale Archeologia e Belle Arti di Roma) mentre i 10 musei «in palio» sono di carattere storico-artistico, tranne due che conservano invece collezioni archeologiche.
Le associazioni lamentano inoltre che «in una commissione tenuta ad esprimere un parere terzo (e una terna di vincitori da sottoporre, a seconda dei casi, al ministro o al direttore generale ai quali spetta la scelta finale) vi siano due dirigenti del MiC che non potranno ignorare le indicazioni del loro stesso ministero». Oltre a Porro, infatti, fa parte del comitato giudicante anche l’archeologo Luigi Rocca, direttore generale Archeologia, Belle Arti e Paesaggio, nominato nel luglio del 2022 dall’ex ministro Franceschini. Completano la «squadra» Carmela Capaldi, ordinaria di archeologia classica all’Università Federico II di Napoli (ateneo in cui detiene una cattedra anche Osanna) e Marina Brogi, ordinaria di economia e tecnica dei mercati finanziari presso La Sapienza.
Come rilevano la Cunsta e la Sista, dai curricula di Brogi e dell’avvocato cassazionista Di Ciommo non risultano pregresse esperienze nell’ambito dei beni culturali. Insomma, secondo le Consulte «il MiC mette nero su bianco il disprezzo per le competenze scientifiche che onorano la cultura italiana», privilegiando il meccanismo top-bottom sdoganato da Franceschini che ha visto prevalere scelte politiche a discapito di quelle tecnico scientifiche.
Sebbene nessuna consulta universitaria (né nessuna associazione di categoria) si fosse mai espressa al proposito, dall’entrata in vigore della Riforma Franceschini nel 2014, che concesse l’autonomia a 20 musei statali (attualmente sono 44), le commissioni hanno sempre agito sotto diretta influenza del MiC. Resta da capire se il ministro Gennaro Sangiuliano si adeguerà a tali strategie come il suo predecessore, che finora sembra imitare e persino superare nelle azioni. Ancora una volta a detrimento della tutela e della valorizzazione del patrimonio.
I consigli di mema
Gli articoli dall'Archivio per approfondire questo argomento