La condizione di sfruttamento, il senso di solitudine atomizzata, la percezione di un universale homo homini lupus e lo stato di guerra perpetua costituiscono il solo contesto possibile della poesia di Cristina Alziati, una delle voci più forti e decisamente originali della recente poesia italiana. Va innanzitutto ricordato che Alziati esordisce nel ’92 in un volume collettivo sotto il patrocinio di Franco Fortini, cui da sempre guarda non soltanto come ad un maestro intellettuale ma, in particolare, come a una stella fissa dell’universo poetico, e va aggiunto che ritiene l’anno cruciale della propria maturazione, di lei nata a Milano nel...