Visioni

Quel sonno senza speranze di questa oscura umanità

Quel sonno senza speranze di questa oscura umanitàSusanna Parigi – foto di Luca Zizioli

Note sparse Decimo album per l'artista fiorentina, otto pezzi poetici e di impegno civile prodotti da Taketo Gohara

Pubblicato quasi 2 anni faEdizione del 28 dicembre 2022

Cantante, attrice, scrittrice, i multiformi registri su cui misura l’artista fiorentina sono innumerevoli. Il declinare del 2022 ha portato una nuova raccolta di canzoni, la sua decima per la precisione, canzoni dal respiro internazionale grazie a uno stile che le ha permesso – nel corso del tempo – di misurarsi con gente del calibro di Pat Metheny, Noa e Tony Levin, Riccardo Cocciante, Claudio Baglioni, Fiorella Mannoia e Raf. Otto pezzi compongono Caro m’è ’l sonno, composizioni non semplici ma vivide nella melodia e nei testi che vanno in profondità a raccontare i tanti aspetti umani e comportamentali di questi tempi di difficile lettura. Brani rivestiti di suoni e umori notturni grazie all’apporto di uno dei produttori più interessati della scena, Taketo Gohara. «Il disco – spiega Susanna Parigi nelle note che lo accompagnano – si rivolge a persone disorientate, senza dimora. Persone che non si riconoscono in niente. Sono dimenticate. Non sentono appartenenza. Sono fuori posto, fantasmi. Niente racconta di loro. E anche i giovani fanno parte di questa umanità senza casa. Ci sarebbe da porsi una domanda: cosa c’è in questo tempo che non va? Il titolo dell’album, parla proprio di questo».

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