Visioni

Quel pasticciaccio brutto di via San Carlo

Il teatro San Carlo di NapoliIl teatro San Carlo di Napoli

Nomine La vicenda del teatro partenopeo, le politiche culturali, i due sovrintendenti Fuortes e Lissner...

Pubblicato circa un anno faEdizione del 15 settembre 2023

Toccherà aspettare di vedere come il «ministro della cultura» Sangiuliano, abile ormai come un prestigiatore a fare nomine e contronomine dovunque arrivi l’ambito del suo ministero (e anche oltre, senza paura del ridicolo, come per il treno che grazie a lui sfreccia da Roma a Pompei per dare la scossa ad affreschi e rovine), risolverà il pasticciaccio napoletano del Teatro San Carlo, che si ritrova adesso con due sovrintendenti, entrambi per altro più che meritevoli del titolo.

Il pasticcio come sempre è politico, e «a monte» come si diceva una volta. Carlo Fuortes doveva essere eliminato dalla nuova Rai meloniana, ma dato che è uno dei migliori manager culturali in Italia (inutile ricordare i veri «miracoli» di cui è stato capace prima all’Auditorium romano, poi al Petruzzelli e poi all’Opera di Roma, dove ha trasformato con Martone in grande cinema le opere più importanti e solitamente abusate). Non si poteva mandarlo a casa dopo che aveva almeno messo in asse l’emittente nazionale, e chiudere lì la faccenda. Ma i teatri lirici sono tutti occupati dai propri legittimi dirigenti. E solo una mente perversa (oltre che destrissima) ha potuto inventarsi il divieto di prendere responsabilità ad alto livello per coloro che avessero almeno due «difetti»: essere stranieri e avere più di settant’anni.

È evidente che in campo artistico ad alto livello settant’anni possono significare solo molte conoscenze in più rispetto a un neodiplomato di conservatorio per quanto raccomandato. Per non parlare dell’Europa che sull’argomento «non passa lo straniero» dovrebbe anche notare qualcosa.

Lissner poi non è un musicologo di ristrette conoscenze: oltre che ad aver diretto teatri musicali di livello, pare nessuno ricordi che fu lui, assieme all’amico e sodale Peter Brook, ad inventare le meravigliose Bouffes du Nord parigine, che da tempio del vecchio varietà sono divenute cuore ispiratore di tutto il nuovo teatro europeo (con il primo clamoroso e mondiale successo della Tragedie de Carmen).

Ora il giudice ha definito «illegale» quella sostituzione, e si attende il giudizio definitivo dell’autorità del lavoro. Nelle titubanze del cda del San Carlo e dello stesso sindaco di Napoli, resta il problema Fuortes. La Rai, con tutti i cromatismi (dal rosso al nero), rischia di brutto, come già dimostrano i suoi indici di gradimento. L’ex amministratore delegato ne esce a testa alta: un posto per lui, nella mediocrità corrente, non sarà difficilissimo da trovare. Se non arriverà prima una qualche lungimirante chiamata dall’estero che scipperà al nostro paese l’amministratore più colto e ingegnoso.

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