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Quei sottili confini del jazz

Quei sottili confini del jazz

Musica La dodicesima edizione di Una striscia di terra feconda, la rassegna capitolina che mette in relazione musicisti italiani e francesi

Pubblicato circa 5 anni faEdizione del 14 settembre 2019

Gran finale di rassegna con un sonorizzato Truffaut – riletto da Rita Marcotulli e dalla regista Maria Teresa De Vito – e con il debutto di WeTuba, progetto con testi e voce di Ada Montellanico, tuba e serpentone di Michel Godard (Parco della Musica). La rassegna è la XXII edizione di “Una striscia di terra feconda”, codiretta da Paolo Damiani ed Armand Meignan, che mette in relazione jazz transalpino e cisalpino creando sinergie, incontri, residenze. La progettuale manifestazione, iniziata l’8, si è espansa fuori Roma: al Museo Archeologico Nazionale di Palestrina che ha accolto varie formazioni in luglio (Théo Ceccaldi, Roberto Ottaviano); alla necropoli etrusca di Cerveteri in settembre (il nuovo trio di Franco D’Andrea).

UNA VENTINA di recital, prime nazionali, produzioni originali, concerti per bambini, una residenza d’artista e nomi di rilievo quali Pascal Contet, Massimo Nunzi, François Corneloup, Enrico Pieranunzi, Jacky Terrasson, Davide Riondino, Eric Séva, Michele Rabbia, Sophia Domancich, Nicola Fazzini. Un paio di appuntamenti fotografano una manifestazione controcorrente che ha trovato collocazione nazional-istituzionale e sponsor di peso, la SIAE soprattutto. Alla il 10 settembre Casa del Jazz, la serata è stata animata dal “Premio Siae 2019” e dal formidabile Pierrick Pedron 4tet, ospite Rosario Giuliani, forte di due straordinari ed ispirati altisti. Nato nel 2015, dal ’18 il premio incentiva i primi tre classificati nel referendum Top Jazz di Musica Jazz: il pianista Giampiero Locatelli, la contrabbassista Federica Michisanti e la batterista Cecilia Sanchietti hanno quest’anno ricevuto il premio e si sono esibiti con i rispettivi organici in brevi set davanti ad una giuria internazionale. L’Horn Trio della Michisanti (F.Bigoni, F.Lento) è stato scelto come “gruppo più innovativo e originale” e suonerà nell’edizione ‘20. La sua ricerca polifonica, quella ritmico-melodica di Locatelli e il linguaggio personale della Sanchielli rivelano una fase ascendente del jazz italiano e la presenza di artisti che meritano visibilità.

IL 12 SERA il lirico immaginario filmico di François Truffaut ha trovato sostanza sonora nelle musiche di Rita Marcotulli e nel montaggio da vari film, realizzato della regista De Vito. Complici Michel Benita, Luciano Biondini, Javier Girotto, Aurora Barbatelli e Roberto Gatto, la Marcotulli ha strutturato l’omaggio in capitoli, con citazioni del regista e confluenze iconico-musicali su temi quali il desiderio di fuga e la nostalgia dell’infanzia. Presenti in sala Citto Maselli e Stefania Sandrelli, il progetto La femme d’à côté si è rivelato ispirato e solido, denso di emozioni, avvolgente. Non meno intenso l’esordio di WeTuba in cui l’esperienza di Ada Montellanico (con voce, testi e musiche) ha saputo connettere l’alto magistero solistico di Michel Godard (soprattutto al serpentone) con i brani composti da tre brillanti jazzmen: il pianista Simone Graziano, il chitarrista Francesco Diodati e il contrabbassista Francesco Ponticelli. Repertorio nuovo e originale grazie al simbiotico rapporto tra parola e melodia, improvvisazione e ricerca timbrica in un gruppo senza batteria . Words, Unsleepers, A Trace of Grace, Fight for Freedom sono già degli ottimi brani, alcuni con importanti sfumature sociali. Un frutto prezioso nato dall’incontro.

 

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