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Quei calendarietti sportivi profumati

Quei calendarietti sportivi profumati

Amarcord Offerti dal barbiere in occasione delle feste, sempre a tema sportivo o... ricreativo

Pubblicato quasi 2 anni faEdizione del 24 dicembre 2022

A partire dalla metà degli anni ‘50 i barbieri regalavano i calendarietti sportivi profumati ai clienti in occasione delle festività natalizie. La barberia, luogo per eccellenza per soli uomini è stata a lungo in ogni parte d’Italia il centro più animato della «chiacchiera calcistica» come la chiamava Umberto Eco. Il barbiere stimolava la discussione alternando le sforbiciate a mano alla macchinetta che passava sulla testa dei clienti. Nell’immaginario del calcio egli ha incarnato la figura che qualche decennio dopo Aldo Biscardi rappresentò nelle trasmissioni televisive come il Processo del lunedì. La barberia ha rappresentato il luogo dello scontro dialettico sul calcio, dove in nome del tifo le prese di posizione erano spesso molto accese. All’interno di questo contesto il barbiere svolgeva il ruolo di arbitro «neutro» nel dibattito calcistico, che aveva la caratteristica prevalente dell’improvvisazione e della brevità del tempo pari all’attesa e alla durata del taglio dei capelli. Come dice un personaggio del libro Bar Sport di Stefano Benni, il barbiere è molto di più di colui che ti taglia semplicemente i capelli, in realtà è un amico, un fratello, un maestro.

Seni procaci
I calendarietti sportivi profumati, dunque, rappresentano la memoria storica di un ambiente specifico della socialità maschile tra gli anni ‘50 e gli anni ‘80 del secolo scorso. «Erano fatti di poche pagine con annesso cordino da tenere nel portafoglio e tirare fuori all’occorrenza- racconta Mastro Matteo Rignanese, barbiere comunista di lunga data, ormai alle ultime sforbiciate nella sua barberia di Monte Sant’Angelo, in provincia di Foggia, dove ha cominciato all’età di dieci anni- ai frequentatori della barberia lo regalavamo a partire dalla metà di dicembre fino ai primi giorni del nuovo anno. I primi calendarietti profumati raffiguravano i seni procaci delle attrici più famose, oppure le gambe scoperte un po’ troppo per quegli anni, in grado eccitare gli animi più repressi. I destinatari di questa tipologia di calendarietti profumati erano soprattutto i contadini che lavoravano la terra o governavano mandrie di animali. Agli impiegati statali, in particolare ai professori- conclude Mastro Matteo- che non potevano essere turbati da foto troppo osé, per il loro apparente perbenismo, regalavamo i calendarietti profumati che riproducevano scene dell’Opera oppure quelli delle Cento città italiane raffiguranti monumenti di Venezia, Roma, Firenze, Napoli e altri luoghi».
Tra la fine degli anni ‘50 e i primi anni ‘60 di pari passo con il boom economico e l’affermazione in Italia del calcio come sport più seguito, rispetto al ciclismo e al pugilato che avevano dominato fino ad allora, fanno capolino i calendarietti profumati dedicati principalmente al calcio. A sponsorizzarli erano soprattutto le ditte di creme da barba e di profumi dopobarba, i centri di produzione e smistamento in tutta Italia risiedevano in Emilia Romagna, in particolare la ditta Bolognina che aveva sede nel capoluogo emiliano. Erano raffigurati i campioni di quegli anni, l’attaccante gallese Charles dal 1957 al 1962 in forza alla Juventus e poi giocatore della Roma, gli oriundi Sivori e Altafini e naturalmente le maggiori squadre dell’epoca, in particolare quelle del triangolo industriale Milano-Torino-Genova, che si contendevano gli scudetti.

Ai clienti che non erano appassionati di calcio, in alternativa veniva regalato il calendarietto raffigurante il motociclista Agostini, che tra il 1963 e il 1977 vinse ben quindici titoli mondiali, i campioni di ciclismo di qualche anno prima, come Fausto Coppi e Gino Bartali, oppure dell’ippica, dello sci, del nuoto.

Designer famosi
I calendarietti profumati contenuti in bustine leggerissime, appena trasparenti, messi dal barbiere con discrezione nelle tasche dei clienti, quasi a sottolineare il privilegio del quale erano destinatari al momento degli auguri nei giorni che precedevano le feste natalizie, erano sempre raffigurati a colori. Nel corso della prima metà del ‘900 quando fecero la loro prima comparsa, furono chiamati a illustrarli disegner di fama come Marcello Dudovich, Fortunato Depero, illustratori come Antonio Rubino, pittori come Giacomo Balla, disegnatori come Tancredi Scarpelli. Nel 1916, la ditta che per prima distribuì il calendarietto che riportava un’immagine di calcio fu quella di Felice Bisleri, chimico garibaldino con la passione per i liquori, il quale sul mercato mise la China-Ferro Bisleri, un liquore ricostituente che la pubblicità dell’epoca raccomandava di bere secco o diluito con acqua.

Dal pennello al microfono
A partire dagli anni ‘80 del secolo scorso, parallelamente a un calcio che perdeva progressivamente il significato di «popolare» e andava sempre più verso una privatizzazione con la comparsa delle prime pay-Tv, anche i calendarietti persero il loro significato. La semiologia del calcio che a lungo si era coltivata nelle barberie della Penisola, tra pennelli schiumati di crema da barba e forbici che spuntavano capelli, fu spodestata dai salotti televisivi delle Tv private, anche in questi casi non mancarono soubrettes dai seni prorompenti e dalle gambe lunghe scoperte fino all’inguine. All’interno di questo nuovo quadro, i calendarietti sportivi profumati furono prontamente rimpiazzati da nuove regalie per i clienti più assidui delle barberie in occasione delle festività natalizie. Nelle tasche di coloro che si erano appena rasati e tagliati i capelli finirono, sempre con certa discrezione, bustine contenenti sali da bagno, sgargianti portachiavi, campioni di gel che pubblicizzavano i prodotti della L’ Oreal Paris. Le figure osè delle attrici più note illustrate dai designer, non dovevano più alimentare la fantasia dei contadini e neppure quella nascosta degli impiegati statali tutto chiesa e famiglia. Corpi femminili coperti appena da succinti costumi erano lì a portata di mano davanti al televisore. Con lo sport che cambiava, anche il profumo dei calendarietti svanì per sempre.

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