Quando Saturno non aveva gli anelli
ASTRONOMIA Nonostante il loro fascino, ricerche dimostrano che la loro storia è recente, destinata a finire
ASTRONOMIA Nonostante il loro fascino, ricerche dimostrano che la loro storia è recente, destinata a finire
Per un astronomo dilettante, osservare gli anelli di Saturno è affascinante quanto facile: basta un telescopio commerciale e una notte senza nubi. Eppure, poter ammirare questo spettacolo della natura è una questione di fortuna. Secondo uno studio appena pubblicato, infatti, per quasi tutta la sua esistenza il pianeta ne è stato privo. E ben presto (su scala cosmica, s’intende) svaniranno di nuovo.
DA QUANDO L’OLANDESE Christiaan Huygens li identificò a metà del Seicento gli astronomi non hanno mai smesso di studiare gli anelli di Saturno. La sonda Cassini della Nasa è sicuramente quella che li ha potuti osservare più da vicino. Prima di sparire nei gas del pianeta nel 2017 dopo vent’anni di volo, Cassini ha attraversato varie volte gli anelli. In realtà, si tratta di un disco orbitante composto da frammenti di ghiaccio (al 99%) e roccia, generato forse dalla collisione con un altro corpo celeste. Misurando la forza di gravità al di qua e al di là degli anelli più esterni, Cassini ha dato agli scienziati la possibilità di così la loro massa, che secondo diversi modelli è legata all’epoca della loro formazione.
UN TEAM INTERNAZIONALE guidato da Luciano Iess dell’università Sapienza di Roma e di cui fanno parte anche università italiane, statunitensi e israeliane, ha potuto così stimare che gli anelli si sono formati non più di cento milioni di anni fa, più o meno al tempo dei dinosauri. Dato che Saturno si è formato circa quattro miliardi e mezzo di anni fa, gli anelli sarebbero comparsi solo nell’ultimissima parte della sua esistenza. Lo studio è stato pubblicato oggi sulla prestigiosa rivista Science.
All’inizio di gennaio, un’altra ricerca della Nasa aveva rivelato inoltre che gli anelli sono destinati a svanire presto. La forza di gravità del pianeta, infatti, attrae i frammenti di ghiaccio, che vaporizzano nella ionosfera e emettono radiazione infrarossa che può essere osservata anche dai telescopi terrestri, come quello di Mauna Kea alle Hawaii.
L’INTENSITÀ della radiazione indica il ritmo con qui i frammenti vengono risucchiati. Si stima che in mezz’ora Saturno assorba una quantità d’acqua sufficiente a riempire una piscina olimpica. A questa velocità, i frammenti si esauriranno nel giro di cento milioni di anni. Se tale previsione si rivelerà corretta, vorrà dire che per il 95% della sua esistenza Saturno non avrà avuto anelli.
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