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Quando pochi miliardari vegliardi dirigeranno masse di normo morenti

Quando pochi miliardari vegliardi dirigeranno masse di normo morentiUna scena da "Il curioso caso di Benjamin Button"

Habemus Corpus I ricercatori potrebbero riuscire a trovare cure e rimedi che permetterebbero di vivere in buona salute fino a 120 anni. Tuttavia, rimarrebbe un problema

Pubblicato circa un anno faEdizione del 3 ottobre 2023

Quasi 81 anni per gli uomini e quasi 85 per le donne, questa è la media della speranza di vita in Italia misurata dall’Istat che, contando i centenari nostrani, ne ha trovati, al 1 gennaio 2021, ben 17.177, ma sarebbe più corretto dire centenarie perché l’85 per cento di quel totale sono donne. Secondo un rapporto del World Economic Forum, gli italiani sono il terzo popolo più longevo al mondo (82,9 anni di media) dopo Giappone (83,1) e Hong Kong (83,5).
Sono record che, in un futuro neanche tanto lontano, potrebbero diventare risibili se, come ha scritto l’«Economist» in una recente inchiesta, i ricercatori riuscissero a trovare cure e rimedi che permetterebbero di vivere in buona salute fino a 120 anni. Si tratta di manipolare l’invecchiamento delle cellule non solo con stili di vita, ma anche con farmaci che influenzano i processi biologici, uccidono le cellule responsabili della senescenza, ringiovaniscono i tessuti attraverso l’epigenetica. Tuttavia resterebbe un problema perché, se anche si riuscisse ad agire sulla macchina corpo, nulla si potrebbe fare, per ora, sul cervello che ha una capacità finita ed è «presumibilmente adattato dalla selezione naturale alla durata della vita convenzionale».

Non so quanto ci converrebbe, o converrebbe ai nostri figli, restare giovani in ossa e muscoli e diventare sempre più ottenebrati nelle capacità intellettive. Ho seri dubbi anche su quanto sia auspicabile non togliere il disturbo fino a 120 anni che sono davvero tanti se vissuti, per esempio, in secoli faticosi come il Novecento o come quello iniziato da poco che è già pesantissimo. Senza considerare che, mentre alcune menti e personalità mancano, di altre non sentiamo nostalgia e quindi immaginatevi che cosa significherebbe non potersi mai togliere dai piedi un despota o un reazionario o un mafioso o un corrotto.
Eppure questa cosa dell’allungarsi la vita a dismisura piace soprattutto ai miliardari. Alcuni come Jeff Bezos, Peter Thiel (co-fondatore di Pay-Pal), Larry Page e Sergey Brin (creatori di Google) stanno investendo miliardi di dollari in studi e ricerche sulla lunga esistenza, uno dei business del futuro. Il rischio è che vivremo in un mondo dove un manipolo di sempiterni Cresi deciderà il destino di masse di normo mortali. Il più pittoresco fra i suddetti signori è Bryan Johnson che finanzia con due milioni di dollari l’anno un programma di anti-invecchiamento, il Project Blueprint, di cui lui stesso è oggetto di studio. Attraverso una dieta vegana, allenamenti, integratori, farmaci, misurazione quotidiana di settanta parametri vitali e fisici e una routine ferrea ha abbassato la sua età biologica da 45 anni a 38. Dice, Bryan, che adesso non è più succube di un comportamento autodistruttivo, ma sono le cellule del suo corpo a decidere di che cosa ha bisogno e che il suo sé interiore è perfettamente allineato con la sua intelligenza. Intanto, promuove il suo Protocollo nutrizionale a base di olio extravergine di oliva, ingrediente che noi italiani conosciamo benissimo e probabilmente è anche per questo che moriamo più tardi degli altri, che vende alla modica cifra di 75 dollari per un litro e mezzo.

Un paio di anni prima di morire l’architetto Vico Magistretti, deceduto nel 2006 a quasi 86 anni, disse in un’intervista che, visto come andava male il mondo, non gli dispiaceva andarsene. Ho la sensazione che il mondo da allora sia tutt’altro che migliorato e, quindi, chissà che cosa direbbe oggi Magistretti che di anni ne avrebbe 103 e che, se il progetto di arrivare a 120 fosse già attivo, avrebbe da viverne altri 17. Con buona pace dell’Inps.

mariangela.mianiti@gmail.com

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