Leggendo della vita di Giacomo Matteotti si apprende come l’audacia possa avere due origini differenti. Una, quella delle squadracce fasciste, delle camicie nere, di un certo patriottismo baldanzoso, è l’audacia dell’imposizione di sé – il «noi» del nazionalismo fascista. È godere della forza cieca della folla, del braccio che stritola, del bastone che picchia, dell’altro che soccombe. Un altro tipo di audacia, diametralmente opposta, è l’audacia della passione e, ancor più, della cura. Un’audacia fragile, dalla mano tremante che pure mira a difendere: l’audacia del custode, della madre, dell’amante, di chi non è privo di dubbi. Il primo tipo di...