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Quando inventarono l’inverno

Finestre di Orosia Mi ha svegliata un silenzio diverso, ovattato. Ho pensato alla neve. Invece era un cielo di stelle. L’Ernesto da giorni armeggia accatastando legna. Dal nonno ha imparato a farne scorta […]

Pubblicato quasi 7 anni faEdizione del 9 dicembre 2017

Mi ha svegliata un silenzio diverso, ovattato. Ho pensato alla neve. Invece era un cielo di stelle. L’Ernesto da giorni armeggia accatastando legna. Dal nonno ha imparato a farne scorta per i giorni freddi, legno di faggio, che profuma la casa. In inverni antichi erano scorte di legna, patate, mele selvatiche. Ernesto Ha bisticciato con Luigi che cerca di aggiornarlo su stufa e camino che pare contribuiscano all’inquinamento. In alcune regioni, come in Lombardia, da ottobre a marzo è vietato il riscaldamento a biomassa legnosa, per edifici dotati di altro impianto termico. In Italia stufe e camini andranno comunque adeguati alla qualità ambientale, come gli autoveicoli. Analogo il dibattito riguardo ai forni a legna per la cottura di alimenti. Non l’accetta l’Ernesto, lui che togliergli la stufa è come strappargli l’anima, lui che è sempre andato in bicicletta per non inquinare. Così qui al cohousing ci prepariamo all’inverno: gli dedichiamo una serata in cui ognuno offre qualcosa che lo rappresenta. Diventa una grande festa. Si accende la stufa, compaiono plaid di lana. Anna profuma l’aria di arance e cannella e sulla tavola arrivano castagne secche, vin brulè, cioccolata calda, il primo panettone, conserve e verdure sotto vetro. Olga declama poesie: «Nevicata» di Carducci, e «Nella nebbia» di Pascoli. Pier legge frasi di romanzi di Tolstoj sul grande inverno russo, il bagliore della neve, le campane della trojka che corre, lo scricchiolio dei passi. Girano libri: «Canto di natale» di Dickens, «Inverni lontani» di M. Rigoni Stern e fiabe: «Pattini d’argento» di M. Mapes Dodge e «La regina delle nevi» di H.C. Andersen. Capiamo presto che questa serata è adatta ai più anzianotti fra noi. I bambini cadono subito nel sonno di cioccolata e dolci e gli adolescenti diventano invisibili dentro i cellulari. Un libro mi incuriosisce. È un saggio del giornalista Adam Gopnik «L’invenzione dell’inverno» (Guanda, 2016). È un viaggio nel passato, con l’inverno che viene visto come l’affermarsi di un immaginario, quello di una stagione che, dall’800 in poi, anche grazie allo sviluppo del riscaldamento, diventa da temibile a piacevole, dimensione di contemplazione, e viene celebrata dalla letteratura, dall’arte, dalla musica. Il Natale attuale si diffonde dall’800. L’analisi di Gopnik sull’inverno si conclude con una nota nostalgica: «qualcosa sta scomparendo», in riferimento ai cambiamenti climatici che sciolgono i ghiacci e le nevi. Nostalgia, come quella con cui noi aspettiamo l’inverno con ricordi cari, come tornare bambini. La nostalgia aiuta, aiuta il pensiero altro e oltre.

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