Una lacrima scende lentamente sul bel viso di Fatma Abu Musa. Si ferma all’altezza del labbro superiore. Una mano corre veloce ad asciugarla, per farla sparire subito. È un dolore composto quello della giovane donna, tenuto dentro, manifestato solo a tratti dalla voce rotta dall’emozione. «Karam era la mia migliore amica, ci volevamo bene. L’avevo aiutata io a indossare l’abito da sposa e quattro mesi dopo sono stata io a lavare il suo corpo prima della sepoltura. Delle volte mi dico…è stato solo un brutto sogno e presto ti sveglierai… ma non è così. Karam non c’è più», racconta Fatma,...