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Quando al telefono i Lupi fanno «uuuuuhh!»

Quando al telefono i Lupi fanno «uuuuuhh!»Ercole Incalza

OPERAZIONE SISTEMA Il ministro chiama Incalza per chiedergli di incontrare il figlio. Nelle intercettazioni presunte «pressioni», nomi in «codice», appuntamenti

Pubblicato più di 9 anni faEdizione del 20 marzo 2015

Il telefono può essere traditore, non si sa mai chi può starti a sentire, oltre al tuo interlocutore dall’altro capo della linea. A volte, dunque, è meglio esprimersi in codice, per evitare imbarazzi. Anche se il rischio è di non afferrare il messaggio. Non sembra il caso di Philippe Perotti, figlio di Stefano (l’imprenditore arrestato nell’operazione «Sistema»), intercettato in una conversazione con una persona non indagata, Davide Vicini. I due parlano di lavori per alcune autostrade, tra cui la Orte-Cesena e Vicini vuole sapere da Philippe Perotti che ruolo potrebbe avere qualcuno ma, furbo, senza nominarlo esplicitamente e allora chiede di «quelli che stanno con uuuuhh!! … che stanno nel bosco a fare uuuuhh!!». E Perotti taglia corto: «Ne parliamo a voce comunque, senza parlare troppo di nomi», ma «il problema è quello che non possiamo scrivere sulle email».

Il ministro presenta il figlio

Uno di quelli del bosco, Maurizio Lupi in persona, l’8 gennaio 2014 telefona a Ercole Incalza al ministero: «Se fra un quarto d’ora ti mando questo che è venuto da Milano a Roma a far due chiacchiere?… nel senso di avere consulenze e suggerimenti eccetera». Incalza: «Dimmi chi viene … dimmi!». E Lupi: «Viene mio figlio Luca». «Quando vuoi, ma figurati!, o adesso o alle cinque…». Lupi: «No conviene che venga adesso». Per gli investigatori in ballo sarebbe proprio il lavoro per Luca. Alle 14.29 Incalza chiama Stefano Perotti e gli chiede quando può essere a Roma. Perotti: «Posso arrivare venerdì se vuoi». Poi: «Chi è questo?». E Incalza: «Il figlio di Maurizio».

«Insisteva, capisci?»

«Con noi ci ha provato… io gli ho tenuto botta pesantemente ma in quel caso lì era Lupi che insisteva…capisci?». Così l’ex dg della metropolitana di Milano Giuseppe Cozza parla con Giulio Burchi (indagato nell’inchiesta di Firenze), di presunte pressioni per far avere incarichi a Cavallo e Perotti. La telefonata è del 3 marzo. Burchi dice a Cozza di aver incontrato un giornalista di Report che potrebbe chiamarlo «per chiederti vecchie robe della MM» ma Cozza risponde che non intende parlare con i giornalisti. Poi, scrive il Ros, chiede se «verrà fuori la notizia dell’assunzione del figlio di Lupi»: «Sono arrivati a mettere la mani su questa roba qui?…e la storia di Lupi non è venuta fuori?…del figlio?». Per Burchi «sta venendo fuori , il figlio lavora con Perotti, è addirittura assunto… lavora per una società di architettura…Mor..lei è la sorella della moglie di Perotti… in queste società si possono dare gli incarichi l’uno con quell’altro…no ma lui si è presentato lì…alla riunione…poveretto…ha poi diritto di lavorare anche questo ragazzo…però è lo schifo di vedere questo monopolio di tutti i lavori di Perotti che poi se li ruba alla MM li ruba a tutti quelli che girano».

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