Alcune parole sono come fantasmi pronti a riapparire nei momenti più bui. Per gli armeni costretti a fuggire dal Nagorno-Karabakh queste parole sono «genocidio», «pulizia etnica» e «diaspora». Ieri il numero ufficiale degli sfollati ha superato i 50 mila individui, a questa velocità entro la fine della settimana tutti i 120 mila armeni residenti in Artsakh prima dell’«operazione anti-terrorismo» azera di giovedì scorso entreranno nella lista dei profughi. «È la prima volta in 3500 anni che non ci saranno armeni in Nagorno-Karabakh» dice sconsolata Ani, osservando il serpente metallico che si inerpica sulla collina di Kornidzor dalla dogana. Ognuno qui...