Qualche  prelievo dal futuro nei programmi dell’Opera
Alias Domenica

Qualche prelievo dal futuro nei programmi dell’Opera

Improvvisi Stando ai programmi dei maggiori teatri e istituzioni musicali italiane, sembrerebbe che il panorama si esaurisca negli ovviamente sommi Bach, Mozart, Beethoven, Brahms, e che il dramma musicale abbia poco altro da offrire se non opere di Verdi e Puccini: ci sono per fortuna alcune eccezioni

Pubblicato più di un anno faEdizione del 12 marzo 2023

Stando ai programmi dei maggiori teatri e istituzioni musicali italiane, sembrerebbe che il panorama si esaurisca negli ovviamente sommi Bach, Mozart, Beethoven, Brahms, e che il dramma musicale abbia poco altro da offrire se non opere di Verdi e Puccini.

Fra le poche eccezioni, a febbraio il Teatro La Fenice di Venezia ha proposto il Matrimonio segreto di Cimarosa, opera non frequentemente rappresentata; ma, superato l’omaggio a Zeffirelli con i Pagliacci di Leoncavallo all’Opera di Roma (repliche fino al 19 marzo), probabile conforto per nostalgici musicali e odiatori delle regie moderne, non resterà che aspettare, per qualcosa di meno usuale, I Racconti di Hoffmann di Offenbach a marzo, e Li zite in galera di Vinci, entrambi in aprile alla Scala di Milano.

Quanto ai concerti, alla IUC di Roma, a marzo, il pianista Lucas Debargue dopo alcune pagine di Chopin, interpreterà il primo movimento del Concerto per piano solo di Alkan: perché solo il primo? Fa parte di un ciclo di studi, certo, ma i tre movimenti sono collegati.

Sempre alla IUC, sentiremo un’opera di Giorgio Battistelli, Jules Verne. E all’Opera di Roma, per due sole sere, l’Adam’s Passion di Arvo Pärt. E dopo ancora, Il castello del duca Barbalù (non del principe, come si legge sempre) di Bartók.

Particolare interesse avranno due concerti dell’Accademia Nazionale di Santa Cecilia: uno diretto da Pablo Heras-Casado, che ha per titolo Il teatro delle voci, accosta Sinfonia di Luciano Berio e, di Stravinskij, la Sinfonia di salmi e la suite dall’Uccello di fuoco. Nonostante le grandi differenze di stile e di organizzazione musicale, Stravinskij e Berio hanno in comune un atteggiamento di grande libertà nei confronti della tradizione, e sanno entrambi padroneggiare tutte le possibili tecniche storicamente appartenenti alla storia musicale dell’Occidente.

Sinfonia di Salmi appartiene al periodo cosiddetto neoclassico di Stravinskij, nel quale il compositore russo avrebbe «imitato» o «copiato» schemi, figure, atteggiamenti della musica barocca. Se questo è già solo parzialmente vero per gli altri compositori che seguirono la sua strada, come per esempio Poulenc, è del tutto inadeguato per Stravinskij, che fin dall’inizio con la tradizione maturò un rapporto molto particolare: proprio l’ascolto della suite dall’Uccello di fuoco, il primo grande successo del compositore, ne farà meglio intendere la qualità.

Il repertorio popolare russo è assunto come materiale neutro, non connotante: il carattere sarà determinato, invece, da procedimenti puramente musicali, struttura diatonica per i personaggi umani, cromatica per quelli fantastici. E così, nella Sinfonia di salmi, l’uso del latino, dei modi ecclesiastici, la sillabazione quasi liturgica del testo, estraniano le strutture concertanti vagamente ispirate a Händel, per trasportare l’espressione musicale in uno spazio che si direbbe di espressione astratta, inespressiva.

Per contrasto, proprio questo denudamento dell’espressione rende ancora più intensa, più esasperata, l’intonazione musicale. Non diversamente sembra comportarsi Berio. Il tempo centrale di Sinfonia assume come cantus firmus non una linea melodica, ma integralmente lo scherzo della Seconda Sinfonia di Mahler.

Sullo scherzo Berio costruisce un contrappunto travolgente: una sorta di Ars Nova al quadrato. Ancora a Santa Cecilia, ascolteremo Thomas Adès dirigere The Planets di Holst e, in prima esecuzione italiana, il suo Paradiso. Un benvenuto tuffo nell’oggi, utile a familiarizzare il pubblico con le diverse, e spesso contraddittorie, strategie con cui la musica oggi si rende vitale.

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