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Pussy Riot, «Il nostro manifesto di rivolta punk»

Pussy Riot, «Il nostro manifesto di rivolta punk»Le Pussy Riot

Musica L'11 settembre il collettivo femminista russo in scena all'Arcimboldi di Milano con lo spettacolo «Riot Days»

Pubblicato circa 2 anni faEdizione del 8 settembre 2022

Tappa italiana l’11 settembre al teatro Arcimboldi di Milano per il collettivo artistico di protesta femminista delle Pussy Riot con lo spettacolo Riot Days. Nate nel 2011, le Pussy Riot sono note in tutto il mondo per le provocatorie e non autorizzate performance di guerriglia punk rock trasformate poi in video musicali diffusi sulla rete. Nei loro testi parlano di femminismo, dei diritti Lgbt e dell’opposizione a Putin, che coinsiderano un dittatore. La notorietà globale arriva nel 2012, quando cinque di loro hanno organizzato una preghiera punk all’interno della Cattedrale di Cristo Salvatore di Mosca.
«Siamo convinte che l’attivismo debba toccare qualunque spazio, essere ovunque e per tutti – ha parlato a nome del gruppo Maria (Masha) Alyokhina durante la presentazione dello spettacolo – La cosa più importante è il nostro messaggio di rivolta, che diffondiamo attraverso il corpo, l’anima, la musica, i video: vogliamo raccontare la nostra esperienza contro il potere in Russia e tutti i problemi che abbiamo avuto, anche in quanto donne».

Siamo convinte che l’attivismo debba toccare qualunque spazio, essere ovunque e per tutti

LO SPETTACOLO – che mescola musica dal vivo, teatro e video, con la regia di Yury Muravitsky, pensato per parlare di femminismo, dei diritti LGBT e dell’opposizione al presidente russo Vladimir Putin, che considerano un dittatore – è nato nel 2016 ed è basato sull’omonimo libro della Alyokhina, in cui c’è il racconto della sua storia personale come membro delle Pussy Riot, fra azioni nella Piazza Rossa e nella Cattedrale, arresto, tribunale e prigione. «Riot Days è una sorta di manifesto punk che parla della storia del collettivo, a partire dalla protesta sulla Piazza Rossa a Mosca. È un mix di generi, che unisce teatro, musica, frasi del mio libro, video originali delle nostre azioni: lo abbiamo portato ovunque in giro, è una chiamata alla rivoluzione, perché l’arte è sempre connessa al contesto sociale e politico».

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