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Pur di fermare il premier ora Conte considera il bis del presidente

Pur di fermare il premier ora Conte considera il bis del  presidenteGiuseppe Conte e Luigi Di Maio – LaPresse

Il torcicolle Tra i 5 Stelle si fa spazio la sensazione che sia l’unica alternativa possibile a Draghi

Pubblicato quasi 3 anni faEdizione del 28 gennaio 2022

Mentre il centrodestra consegna le sue incertezze all’astensione, in modo da evitare messaggi in codice e segnali nell’urna, Pd, Leu e Movimento 5 Stelle danno ancora una volta indicazione di votare scheda bianca.

Quando il voto è già in corso, tuttavia, dalle parti del M5S giungono precisazioni che sembrano pensate per mettere le mani avanti di fronte a possibili voti discordanti: ai grandi elettori grillini, dice la nota, è stata lasciata «anche la possibilità di esprimersi in libertà di coscienza». Il messaggio inviato nelle chat dai capigruppo, raccontano i parlamentari, menziona chiaramente soltanto la scheda bianca. Qualcuno pensa che la precisazione serva ad arginare il tentativo egemonico degli ex di Alternativa, che hanno mollato Paolo Maddalena e sono passati a votare il pm antimafia Nino Di Matteo, il quale riceve anche l’endorsement da Alessandro Di Battista. Sembrerebbe una tentazione irresistibile per il grillino doc. Invece, il focus è tutt’altro. Per sentire da che parte spira il vento bisogna tenere d’occhio lo score di Sergio Mattarella, che già nella votazione di mercoledì ha raggiunto la notevole cifra di 125 preferenze. Va detto anche il presidente uscente pare non sia mai stato neppure citato fino a questo momento da Giuseppe Conte in vertici, caminetti e cabine di regia.

«Il sostegno a Mattarella è un attestato dal Movimento 5 Stelle e non solo, ci sono anche altri voti trasversali» spiegalo stesso Conte in persona prima che cominci lo spoglio. Il capo politico dei 5 Stelle ha deciso di scendere in Transatlantico a stringere mani e rassicurare i parlamentari, contendendo in questo modo la scena a Luigi Di Maio, attivo di fronte alla buvette negli ultimi giorni.

Man mano che lo scrutinio procede, e si capisce che il presidente uscente arriverà a 166 voti, i 5 Stelle si interrogano sul senso di quel risultato. Dapprima si rincorrono voci, smentite con fermezza dai contiani, che sostengono che proprio Di Maio avrebbe riversato il suo pacchetto di voti su Mattarella. Cioè sul candidato che giorni fa era stato tirato in ballo dai gruppi parlamentari e che Conte aveva rigettato perché considerava l’invocazione precoce di un Mattarella bis come una limitazione al suo mandato a trattare.

Poi però succede che dopo giorni di trattative appunto, dai vertici cambiano i toni sul ritorno di Mattarella. Se prima di fronte a uno scenario simile si reagiva con una scrollata di spalle, cui seguiva il cortese ma gelido invito a evitare di tirare il presidente per la giacchetta, adesso l’ipotesi viene non solo presa in considerazione ma addirittura sostenuta con una certa enfasi. Accade precisamente quando i petali della rosa dei quirinabili continuano a cadere. Casini? Non va bene alla Lega e susciterebbe l’imbarazzo del M5S che lo ha attaccato a più riprese. Frattini? Conte ci starebbe ma non vuole rompere con Letta. Cassese? Non convince. Al contrario, nonostante i veti di fatto del M5S e l’ostilità reiterata di Forza Italia, la candidatura di Mario Draghi resta in campo. Di più: circola tra i grillini la percezione che si possa arrivare a una specie di ballottaggio tra l’attuale premier e l’attuale presidente della Repubblica.

«Siamo su un piano inclinato: da una parte si va verso Mario Draghi, dall’altra si va verso il bis di Sergio Mattarella», è la sintesi di una «fonte contiana di primo piano» all’Adnkronos. Ecco allora il sottosegretario agli interni Carlo Sibilia: «Di certo emergono segnali chiari da non sottovalutare». Poi l’abbraccio di Riccardo Ricciardi, che prova a mettere tutto il M5S in scia: «Il voto di oggi è un segnale del parlamento di cui le forze politiche, tutte quante, devono tenere conto – scandisce – Noi lo riteniamo un segnale da accogliere con favore». In sintesi, per il vice di Conte «Mattarella è sempre stato l’esempio di alto profilo che cerchiamo». E le parole del capogruppo a Montecitorio Davide Crippa: «Mattarella? È evidentemente una carta che non possiamo evitare di mettere sul tavolo della discussione per tenere unita la maggioranza di governo». Appuntamento alla prossima votazione.

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