Lavoro

Puglia, Emiliano ferma il lavoro nei campi nelle ore più calde

Puglia, Emiliano ferma il lavoro nei campi nelle ore più caldeUna manifestazione per i diritti dei braccianti (foto d'archivio) – Mauro Scrobogna /LaPresse

Lavoro Nel tacco d'Italia tre lavoratori morti in tre giorni nell'ultima settimana, durante turni massacranti e con temperature altissime

Pubblicato più di 3 anni faEdizione del 27 giugno 2021

Il presidente della regione Puglia Michele Emiliano ha vietato ieri «il lavoro in condizioni di esposizione prolungata al sole, dalle 12:30 alle 16.00». L’ordinanza resterà in vigore fino al prossimo 31 agosto, ma riguarderà soltanto il lavoro agricolo. Lo stop sarà limitato ai giorni di rischio elevato indicati sul sito web www.worklimate.it.

Il progetto, sostenuto da Centro nazionale delle ricerche (Cnr) e Istituto nazionale per l’assicurazione contro gli infortuni sul lavoro (Inail), fornisce mappe aggiornate del rischio termico su tutto il territorio nazionale. «Circa il 30% della popolazione mondiale è esposta a condizioni di caldo particolarmente critiche per la salute per almeno 20 giorni all’anno e tale percentuale è destinata ad aumentare», si legge sul sito.

In Puglia l’ultima settimana è stata drammatica: tre morti in tre giorni durante turni di lavoro sotto un caldo torrido. Mercoledì 23 ha perso la vita Antonio Valente, 39 anni, originario di Miggiano, in provincia di Lecce. Stava distribuendo volantini nel centro storico del comune salentino di Galatina, sotto un sole cocente e con temperature oltre i 35 gradi. Ha avuto un malore e si è accasciato a terra. Il trasporto nell’ospedale di Casarano è stato inutile.

Giovedì 24 intorno alle 18, mentre pedalava sulla strada provinciale Tuturano-Brindisi per rientrare a casa, ha perso la vita Camara Fantamadi, 27 anni. Il ragazzo era nato in Mali e risiedeva a Eboli. Era arrivato in Puglia pochi giorni prima per trovare un impiego nella raccolta agricola. Non è sopravvissuto ai turni di lavoro massacranti e malpagati che caratterizzano lo sfruttamento della manodopera, soprattutto immigrata, in molte campagne del sud.

La storia di Fantamadi ricorda quelle di Paola Clemente (49 anni) e Abdullah Mohamed (47 anni) morti nel 2015 in circostanze analoghe. La prima il 13 giugno, in un vigneto di Andria. Il secondo il 20 luglio, nelle campagne intorno a Nardò, mentre raccoglieva pomodori. Entrambi sono stati stroncati da malori provocati da turni di lavoro troppo lunghi, troppo duri, con temperature troppo alte. Sulle loro vicende sono in corso procedimenti penali nei confronti di padroni e caporali.

L’altro ieri, invece, è avvenuta la terza tragedia della settimana nel tacco d’Italia. Carlo Staiani, trentottenne di San Pietro Vernotico, è stato colto da un infarto mentre guidava un’autocisterna sulla provinciale 79 tra Tuturano e Brindisi: la stessa in cui aveva perso la vita Fantamadi il giorno precedente. Dopo il malore il camion è finito fuori strada. Anche in questo caso il trasporto in ospedale è stato inutile.

Il bilancio sarebbe potuto essere perfino peggiore. Basti pensare ai quattro operai che giovedì scorso a Taranto si sono sentiti male nel cantiere dell’ospedale San Cataldo. Uno era completamente disidratato ed è finito in coma. Dopo alcune ore si è risvegliato, ma le sue condizioni restano preoccupanti.

I sindacati hanno denunciato turni di lavoro dalle 7 alle 16.30 anche durante la recente ondata di afa. «La fretta di completare le opere, magari per recuperare il tempo perso durante il lockdown, non può mettere a rischio la salute dei lavoratori», ha dichiarato Antonio Delle Noci, segretario della Filca Cisl Puglia.

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