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Pubblico o privato? No, comune

Dopo il crollo del Morandi Invece della diatriba pubblico-privato, la tragedia del ponte Morandi dovrebbe spingere a chiedersi se siano meglio tante nuove Grandi opere inutili e costose, oppure una manutenzione seria delle infrastrutture, degli impianti e dei servizi esistenti
Pubblicato circa 6 anni faEdizione del 5 settembre 2018
Il crollo del ponte Morandi ha resuscitato l’eterno dibattito se sia meglio il pubblico o il privato. Ma sul punto c’è ormai un ampio materiale probatorio: quasi tutti i settori produttivi e infrastrutturali del paese hanno sperimentato entrambi i regimi. Il confronto è impietoso. Una volta privatizzati e fatti spezzatino, settori come l’elettronica e l’elettromeccanica sono quasi scomparsi dall’Italia. Altri, ridimensionati come la siderurgia, sono a rischio; per tenere in piedi l’Ilva dopo vent’anni di malgoverno bisogna passare come un rullo compressore su vite e salute di decine di migliaia di persone; l’alimentare pubblico è stato tolto di mezzo. Privatizzare...
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