Visioni

Protesta denuncia e lotta, il giovane movimento del Groupe Grenade

Protesta denuncia e lotta, il giovane  movimento del Groupe GrenadeImmagine da «Room with a View» – foto di Andrea Macchia

A teatro A Bolzano Danza in scena la realtà del Groupe Grenade di Josette Raiz

Pubblicato circa un anno faEdizione del 29 luglio 2023

Quale sarà il futuro delle nuove generazioni? In quest’estate squassata da bollettini di guerra, sconvolgimenti climatici, consapevolezza della voragine sempre più netta tra ricchezza e povertà, è una boccata di speranza vedere in scena il desiderio, per non dire la necessità, di dare voce ai più giovani. È la realtà del Groupe Grenade di Josette Baïz, formato da ragazzi tra i 7 e i 18 anni, sorprendente avventura che ha compiuto a Marsiglia trent’anni, ospitato al Bolzano Danza Festival, diretto da Emanuele Masi. Il loro trittico Demain, c’est loin!, in scena al Teatro Comunale, inneggia alla bellezza della gioventù nella sua potenzialità di azione e cambiamento.

SI APRE con How can we live together? dell’australiana Lucy Guerin, pezzo che, in un serrato gioco di ritmi, mette in luce quanto i giovanissimi possano essere attenti a uno spazio da abitare in comunità. 25e Parallèle è di Josette Baïz. Vinse nel 1982 lo storico Concorso di Bagnolet, oggi è nelle mani di cinque strepitose bimbe. Chiude un estratto da Room with a View, cult firmato dal collettivo (LA)HORDE per il Ballet National de Marseille nel 2021, associato a Bolzano Danza per il triennio 2022-2024. Impossibile dimenticare quel misto di violenza, protesta, denuncia, lotta, dichiarazione d’amore che abita lo spettacolo originale. Ed è un fatto che quei voli dall’alto fino a un centimetro da terra nella fiducia tra compagni, quel battersi le mani sul petto urlando e mandando a farsi fottere il mondo, quel canto finale che abbraccia il pubblico, trovino nell’adolescenza una forza incandescente.

Gauthier ha presentato 15 years alive, per i quindici anni della compagnia

Scena da Return di Hofesh Shechter, foto di Jeanette Bak

Immancabile presenza al festival per la Gauthier Dance/ Dance Company Theaterhaus Stuttgart, fin dalla sua fondazione a Bolzano Danza. L’istrionico Gauthier ha presentato 15 Years Alive, nato per festeggiare i quindici anni della compagnia.
Bello rivedere Pression, quartetto di magnetica scrittura del 1994 a firma Mauro Bigonzetti, ancora oggi potente per il calibro teso del duetto maschile su musica di Lachenmann e la bellezza del duo femminile su La morte e la fanciulla di Schubert. Taglio registico e di montaggio con arco narrativo d’impatto nei film creati per la Gauthier da Hofesh Shechter e Marco Goecke. Il primo, Return, girato tra un obitorio e uno spazio industriale, è un sogno d’amore e di nostalgia: un ragazzo, Gaetano Signorelli, per il tempo di una danza, sottrae alla morte la sua compagna che resta quasi sempre in uno stato di abbandono come la Giulietta di MacMillan, ma nello stile battente del coreografo israeliano. Grande presa per Rats di Marco Goecke, in prima assoluta, girato in un albergo abbandonato e abitato da una gestualità fratturata e notturna. Applausi anche per i giovani della Junior Company, danza al top con i sedici danzatori della compagnia principale nell’intramontabile Minus 14 di Ohad Naharin.

TEMPERATURA altra nella ruvida performance in prima assoluta della coreografa americana Moriah Evans, tappa della mostra interdisciplinare PLOT di Asad Raza allestita negli spazi del Museion fino al 3 settembre. Evans insieme a altre tre performer dà voce al corpo espressivo in una sala dal pavimento ricoperto di neosoil, composto di sabbia, argilla, polvere di pietra, chicchi di caffè che nel progetto di Raza ha al centro i temi del riciclo e della fertilità rinnovabile della terra.

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