Proposte dei sindacati europei sui migranti, Renzi li snobba
I sindacati europei, riuniti nella confederazione Ces – che rappresenta 45 milioni di tesserati in 22 paesi – si sono dati ieri appuntamento a Roma per un convegno sul tema […]
I sindacati europei, riuniti nella confederazione Ces – che rappresenta 45 milioni di tesserati in 22 paesi – si sono dati ieri appuntamento a Roma per un convegno sul tema […]
I sindacati europei, riuniti nella confederazione Ces – che rappresenta 45 milioni di tesserati in 22 paesi – si sono dati ieri appuntamento a Roma per un convegno sul tema dei migranti, al quale hanno partecipato tra gli altri i tre segretari generali di Cgil Cisl e Uil, il leader della Cgt francese Philippe Martinez, il capo delle Comisiones Obreras Ignazio Toxo. E sono stati bellamente snobbati dall’intero governo Renzi, con il quale avrebbero invece voluto interloquire in particolare sulla proposta italiana del Migrant Compact.
La tesi di fondo della Ces è che sia «fondamentale aiutare i profughi a integrarsi nel mercato del lavoro e nella società, difendendo al tempo stesso, diritti e parità di trattamento per rifugiati e lavoratori locali».
Segue un elenco di richieste sia alla Commissione europea sia ai singoli governi, che ribadiscono l’impegno solidale delle organizzazioni dei lavoratori chiedendo di «porre fine a tutte le misure che mettono a repentaglio la dignità umana, i diritti e l’integrità fisica degli essere umani nel territorio della Ue e ai suoi confini», dalle «disumane» condizioni di detenzione negli hotspot all’accordo Ue-Turchia.
La Ces formula proposte d’intervento alternative come corridoi «legali e sicuri», maggiori risorse per operazioni di ricerca e salvataggio in mare, una revisione del regolamento di Dublino III che comprenda tra l’altro standard di protezione più alti per donne e bambini, l’effettiva applicazione di un piano di azione comune e di schemi di reinsediamento permanente dei rifugiati e un sostegno allo sviluppo più efficace per i paesi d’origine volta innazitutto a riportare la pace nelle zone di conflitto.
La Ces considera lo straordinario afflusso di migranti verso l’Ue una sfida e una opportunità e ricorda che almeno il 40% delle persone arrivate hanno le competenze per essere immesse nel mercato del lavoro, mentre per gli altri l’integrazione è raggiungibile attraverso la regolarizzazione e programmi di istruzione e formazione professionale. Fondamentale resta garantire «servizi pubblici adeguati e di alta qualità per tutti soprattutto in materia di occupazione e alloggi».
Luca Visentini, segretario generale della Ces ha sottolineato il «raccapricciante» numero di morti nel mar Mediterraneo. «I rifugiati – ha aggiunto – devono essere ospitati, reinsediati e trasferiti grazie a una vera collaborazione fra tutti gli Stati membri dell’Ue. I paesi dell’Ue non possono semplicemente chiudere la loro porta e lasciare che siano gli altri paesi a risolvere il problema». «Questa crisi umanitaria – ha concluso – necessita di una risposta umanitaria. È proprio in momenti come questo che l’Unione europea deve mostrare il suo valore, senza rinnegare conquiste come la libera circolazione di Schengen. È una vergogna che i governi dell’area geografica più ricca al mondo vogliano che siano la Turchia, il Libano e la Giordania a ospitare un numero molto più grande di rifugiati rispetto all’Ue».
I sindacati hanno adottato la dichiarazione: «Il movimento sindacale europeo chiede assistenza umana e diritti per i rifugiati».
I leader sindacali avevano chiesto ufficialmente un’incontro con il primo ministro italiano, Matteo Renzi, per discutere del Migration Compact proposto dall’Italia alla Commissione e al Consiglio. La Ces in una nota finale «deplora vivamente» di non aver ricevuto da Palazzo Chigi una risposta positiva alla richiesta d’incontro. r. g.
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