Politica

“Pronti alla scissione”

5 Stelle Dissidenti pronti a lasciare il movimento se domani la senatrice Gambaro venisse espulsa

Pubblicato più di 11 anni faEdizione del 16 giugno 2013

Ufficialmente tutti negano, ma la macchina per la scissione si sarebbe già messa in moto. Si aspetta solo di vedere cosa succederà domani pomeriggio quando l’assemblea congiunta dei deputati e senatori del M5S emetterà la sua sentenza sul futuro di Adele Gambaro, la senatrice ribelle che, anche al di là delle sue stesse intenzioni, ha innescato il processo che potrebbe portare alla fine dell’esperienza parlamentare grillina per come l’abbiamo conosciuta finora.

Tutto dipenderà dall’esito delle votazioni, e se l’assemblea deciderà di cacciare o meno la Gambaro. «Chi si oppone all’espulsione è contro il Movimento», ha avvertito ieri Paolo Becchi, il professore vicino al M5S. Un messaggio diretto a quanti, soprattutto tra i senatori stellati, hanno espresso pubblicamente il proprio malumore per la decisione di punire la collega di scranno. E intanto si mobilitano anche i sostenitori di Grillo, che per martedì hanno indetto un’iniziativa davanti a Montecitorio. Pensata inizialmente dal Meet Up di Roma come un incontro con i parlamentari del movimento, si sta trasformando in una manifestazione di «solidarietà a Beppe Grillo», come spiegava ieri un tweet che ha suscitato la reazione ironica di Nichi Vendola. «Grillo chiama i suoi supporter a raccolta per intimidire chi dissente», ha commentato il leader di Sel. «Evidentemente il rivoluzionario si è convertito al regime. Lo slogan: viva la fedeltà, abbasso la libertà».

Tra poco più di 24 ore, dunque, si saprà come andrà a finire. Intanto però il tempo stringe. Tra i parlamentari dissidenti ci sarebbe anche chi sta lavorando alla scrittura di un statuto per il nuovo gruppo (che alla camera richiede la partecipazione di almeno 20 deputati). I valori indicati nel testo sarebbero gli stessi del M5S, ma con un’attenzione particolare alla democrazia interna e alla possibilità per ognuno di potersi esprimere liberamente, senza il timore di ritrovarsi scomunicato subito dopo come è successo appunto alla Gambaro. Serenella Fucksia, una delle senatrici che ha difeso Adele Gambaro, nega di essere a conoscenza di nuovi statuti, ma l’idea non la scandalizza. «Il Movimento si è formato adesso – spiega – Se si fanno piccole rettifiche o delle integrazione allo statuto già esistente dov’è il problema?».

La tensione tra i parlamentari è comunque alle stelle. Ed è impossibile non notare la differenza tra i toni usati dai fedelissimi di Beppe Grillo e i dissidenti. I primi, convinti o meno che siano, non badano certo a pesare le parole specie tra i deputati. Come fa Carlo Sibila, che su Facebook attacca «chi trama nell’ombra»: «Tolta la zavorra riprenderemo a volare perché noi siamo oltre… obiettivo 100%», scrive alludendo al progetto di occupare totalmente il parlamento.

A prendere domani la parola per prima sarà proprio Adele Gambaro, chiamata a spiegare il perché delle dichiarazioni rilasciate a Sky in cui accusava Grillo di essere la causa del flop elettorale. Poi comincerà la discussione che prevedibilmente sarà tutt’altro che tranquilla. «Noi lavoriamo per mantenere il gruppo integro», spiega il senatore Franco Campanella, un altro che di cacciare la collega non vuole neanche sentire parlare. «Certo, un’eventuale espulsione non la vivremmo bene». Dello stesso avviso anche Fucksia: «Al Senato non ho sentito nessuno che vuole l’espulsione, piuttosto tutti abbiamo la volontà di capire. E’ ora di fare chiarezza: cosa vuole Grillo? Cosa vogliono le persone che chiedono l’espulsione di Adele? Abbiano ancora obiettivo comuni? Per quanto mi riguarda penso di sì, poi vedremo».

Anche sul voto si rischia lo scontro. I senatori vorrebbero infatti essere loro a decidere sulla sorte della collega, senza ingerenze esterne. Anche per una questione di numeri: 53 senatori contro 163 deputati. E se tra i primi la maggioranza è solidale con la Gambaro, a Montecitorio la storia è ben diversa, visto che i dissidenti in netta minoranza.

La speranza di molti è di riuscire a trovare una soluzione che salvi tutto e tutti. Ma sarà difficile. Una eventuale espulsione della Gambaro provocherebbe infatti l’uscita sicura di un gruppo di senatori e deputati. Al contrario la mancata espulsione susciterebbe la reazione di Beppe Grillo. Comunque vada, la settimana che comincia domani sarà decisiva per il futuro del M5S.

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