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Prof interni per la maturità ma sui concorsi e rientro è caos

Prof interni per la maturità ma sui concorsi e rientro è caosLa ministra dell'istruzione Lucia Azzolina

Istruzione, la ministra avanti sola Per Azzolina le scuole resteranno chiuse: difficile far muovere 8 milioni di ragazzi ora. Sul reclutamento tensioni con i sindacati e malumori dentro la maggioranza. Sinopoli (Flc-Cgil): La strada intrapresa dal ministero è sbagliata, non consente la copertura delle cattedre e produrrà un aumento esponenziale delle supplenze. Ma i 5 Stelle tirano dritti

Pubblicato più di 4 anni faEdizione del 19 aprile 2020

L’esame di maturità del 2020, anno del virus, verrà giudicato da una commissione di sei membri interni e uno esterno. Ieri la ministra Lucia Azzolina ha firmato una delle ordinanze con cui viale Trastevere prende tempo con il mondo dell’istruzione italiana in attesa che Palazzo Chigi ufficializzi la chiusura delle scuole fino a fine anno scolastico. Al ministero ormai è data per scontata, ma l’annuncio è rallentato per minimizzare l’impatto della notizia sulle famiglie. «Il governo a giorni prenderà una decisione. Ma con l’attuale situazione sanitaria ogni giorno che passa allontana la possibilità di riaprire a maggio. Significherebbe far muovere ogni giorno oltre 8 milioni di studenti», ha spiegato Azzolina al Corriere della sera profondendosi in spiegazioni sul come andranno le riaperture («dedicheremo le prime settimane al lavoro per chi è rimasto indietro o ha avuto insufficienze»).

Ieri molte voci hanno chiesto che alla maturità non sia tolto almeno l’esame orale «in carne e ossa» – l’appello è dello scrittore Paolo Giordano ma si sono unite molte componenti della scuola.

Ma il vero busillis è la ripresa, e il piglio decisionista della ministra, che procede in solitaria, rischia di complicare il già fuori dal normale rientro degli studenti in autunno. Contro il parere dei sindacati ha annunciato che nei prossimi mesi «i concorsi si faranno» e anzi «quello straordinario per 24 mila precari si svolgerà appena le condizioni lo permetteranno. I docenti casomai saranno assunti dal primo settembre». Al momento sembra lunare riunire, anche a scaglioni, le centinaia di migliaia partecipanti al concorso, in estate o giù di lì, e in luoghi tali da permettere rispettate le distanze cautelari. Infatti le rappresentanze sindacali la pensano all’opposto. Ma venerdì scorso, durante il breve confronto con il ministero, si sono viste solo formalizzare l’annuncio dei testi sui bandi. Uno sgarbo che non promette niente di buono. «La strada intrapresa dal ministero è sbagliata, non consente la copertura delle cattedre e produrrà un aumento esponenziale delle supplenze», avverte Francesco Sinopoli, segretario generale della Flc Cgil. I sindacati chiedono di coprire le migliaia di cattedre vacanti «con una procedura per titoli per poi procedere alla formazione abilitante e successivamente alla valutazione prima di dare la conferma nel ruolo». Non una «sanatoria», come la chiamano in maniera sprezzante i grillini ma «una ricollocazione al termine del percorso di prova e formazione», «Non bisogna dimenticare che i supplenti di cui si mette in dubbio la professionalità sono i medesimi che stanno insegnando da anni nelle classi e che oggi sono in prima linea anche nella didattica a distanza», spiega Sinopoli. Domani è convocato un nuovo tavolo, ma il piano del confronto sembra già inclinato.

Il fatto è che la scelta della ministra sta sollevando ogni giorno più malumori anche dentro il Pd e Leu, convinte che andare allo scontro con il mondo della scuola è la maniera peggiore per far ripartire la didattica. «Durante l’emergenza docenti e dirigenti, personale amministrativo e ausiliario, tutti stanno facendo un lavoro incredibile», spiega il senatore dem Francesco Verducci, vicepresidente della commissione del senato dove da martedì inizia l’iter del dl scuola, dove però ancora formalemente non si parla di concorsi. «Serve un piano di assunzioni e stabilizzazioni dei docenti precari con modalità che tengano conto dell’emergenza». È il parere anche del sottosegretario all’istruzione Peppe De Cristofaro (Leu): «La politica deve avere la capacità di adottare scelte che tengano conto della situazione. Del resto è la motivazione con cui è stata modificata la maturità. E’ ovvio che dovremo agire anche sulla modalità della stabilizzazione dei precari in modo che all’inizio a settembre non si aggiungano incertezze alla straordinarietà della ripresa». Il rischio è il triste rito autunnale della carica dei supplenti in una situazione in cui i ragazzi non vanno a scuola da sei mesi. E alcuni dovranno recuperare.

Per non parlare, ma questa sarebbe un’altra storia, del rischio che corre un governo a «trascurare» (è il verbo che usano i sindacati) il mondo della scuola: più di un milione di insegnanti, 8milioni di studenti, e tutte le famiglie. Un rischio che deve essere particolarmente chiaro alla viceministro Anna Ascani, Pd, già grande fan della buona scuola di Renzi. «Il Pd ha sempre chiarito nei luoghi preposti la propria posizione in merito ai concorsi», dice. Qualsiasi cosa significhi, non promette nulla di buono.

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