Produttività, Italia ferma agli anni Novanta
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Europa

Produttività, Italia ferma agli anni Novanta

Dobbiamo aumentare la produttività del lavoro? Sicuramente, come quella del capitale. Tra il 1992 e il 2012 la produttività del capitale è stata negativa dello 0,7, mentre quella del lavoro […]
Pubblicato più di 9 anni faEdizione del 20 marzo 2015

Dobbiamo aumentare la produttività del lavoro? Sicuramente, come quella del capitale. Tra il 1992 e il 2012 la produttività del capitale è stata negativa dello 0,7, mentre quella del lavoro è positiva dello 0,8 (Ocse-Istat). Pochi altri paesi hanno registrato valori così negativi. Cosa si nasconde dietro la bassa produttività del capitale rispetto al lavoro?

Tanto più l’innovazione impatta su lavoro o capitale, tanto più la produttività cambia segno. I liberisti misurano la produttività come un residuo (differenza) tra l’aumento del prodotto e l’aumento dei fattori produttivi facilmente osservabili.

Da un lato abbiamo la produttività del lavoro calcolata come differenza tra crescita del Pil reale e le ore lavorate, dall’altra la produttività del capitale calcolata come differenza tra crescita del Pil reale e capitale impiegato. Nonostante l’evidente limite statistico del modello, la crescita del Pil dipende da troppi fattori che la funzione di produzione non considera, la bassa produttività del capitale italiano non è un fenomeno nuovo.

Le imprese italiane investono in rapporto al Pil più della media europea e, nonostante questo rapporto, la crescita è molto contenuta. Se occorre una maggiore quota di capitale per ottenere la stessa produzione di altri paesi, per definizione il capitale è meno produttivo.

La pubblicistica sostiene la necessità di aumentare la produttività del lavoro, ma le ore lavorate per addetto dell’Italia sono oltre la media europea. La debolezza del capitale industriale è attribuibile all’intensità tecnologica degli stessi.

Mentre il rapporto ricerca e sviluppo/investimenti è cresciuto in tutti i paesi avanzati, l’Italia è rimasta ferma agli anni novanta. L’Italia ha una intensità tecnologica per investimento privato tra il 12-15%, la Germania è prossima al 60%, per non parlare della Finlandia che traguarda il 75%.

Questa distanza cambia la produttività del lavoro e del capitale, con una differenza: la produttività del lavoro è direttamente proporzionale al come e al che cosa si produce, la produttività del capitale è direttamente proporzionale alla conoscenza incorporata e riflette la specializzazione produttiva. In altri termini, la produttività dell’Italia è bassa perché produciamo beni e servizi che necessitano di lavoro e capitale dequalificato.

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