“In questo processo c’è un collegio di ottimi avvocati al lavoro, agevolati dal fatto che la corte di Cassazione è stata la prima a sbriciolare l’impianto accusatorio della procura di Firenze”. E’ un Matteo Renzi in gran forma quello che esce dall’aula del tribunale dove è iniziata l’udienza preliminare dell’inchiesta sulla Fondazione Open, in cui l’ex presidente del consiglio, ex segretario del Pd e attuale leader di Italia Viva è accusato di finanziamento illecito ai partiti. La procura fiorentina ha chiesto il rinvio a giudizio per 15 indagati, e tra di essi figurano, oltre a Renzi, anche Maria Elena Boschi, Luca Lotti, l’ex presidente della fondazione Alberto Bianchi e Marco Carrai. Il “giglio magico”.

Il buonumore di Renzi è legato a doppio filo alle decisioni della Cassazione, che nei giorni scorsi ha depositato le motivazioni della sentenza con cui è stato annullato, ancora una volta, il sequestro di computer e cellulare di Carrai. Per i giudici, il tribunale del riesame, che aveva avallato la posizione della procura in ordine alla qualificazione della fondazione come “articolazione politico-organizzativa del Pd”, non ha rispettato i principi già affermati in precedenza dalla Cassazione, e, soprattutto, non ha “considerato compiutamente la disciplina dettata per le fondazioni politiche” dal dl 149/2013 “nel testo vigente all’epoca dei fatti”.

Insomma, per la sesta sezione della Cassazione alle fondazioni è consentito raccogliere fondi, erogare somme per contribuire al finanziamenti di iniziative in favore di partiti, movimenti politici o loro articolazioni interne. E i giudici del riesame avrebbero dovuto, in via preliminare, verificare se l’attività della Fondazione Open avesse esorbitato o meno dall’ambito fisiologico della fondazione politica.

Con queste carte in mano, Renzi ha chiesto al giudice Sara Farini di essere interrogato appena possibile. Subito dopo si è buttato sui cronisti presenti: “Il processo Open si dimostra per quello che è, cioè uno scandalo assoluto. La Cassazione ha spiegato con chiarezza per cinque volte che l’operato dei magistrati di Firenze ha infranto le regole. Noi stiamo rispettando la legge, i pm di Firenze invece non hanno rispettato né la Costituzione, né la legge, né le sentenze della suprema corte”.

Renzi ha voluto dire la sua anche su un altro fronte: “Il Senato, ad ampia maggioranza, ha detto che i magistrati hanno violato la Costituzione. Adesso tocca alla Consulta decidere se l’hanno fatto o no. Noi attendiamo con tranquillità, perché crediamo nella giustizia”. Intanto però l’udienza preliminare potrebbe venir sospesa, proprio in attesa del pronunciamento della Consulta. In teoria comunque si proseguirà il 10 giugno, quando le parti discuteranno di competenza territoriale e della inutilizzabilità o meno degli atti presi con i sequestri, che per la Cassazione sono appunto illegittimi poiché non autorizzati.

Il 15 luglio è previsto l’inizio degli interrogatori, e il 19 settembre l’inizio della discussione. Nel frattempo Renzi continuerà a darsi da fare: “Ho scelto di scrivere un libro di circa 200 pagine, si chiamerà `Il mostro´ e uscirà il 10 maggio. Chi leggerà il libro avrà un’opinione diversa su quello che è successo in Italia in questi anni, non soltanto a Firenze”.