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Procedura verso il congelamento. Ma l’Italia deve blindare i conti fino al 2020

Procedura verso il congelamento. Ma l’Italia deve blindare i conti fino al 2020Giappone, G20 Osaka Summit: l'arrivo del presidente del consiglio italiano Giuseppe Conte – LaPresse

Conte e Tria al G20 di Osaka, si tratta ma stavolta c'è ottimismo Resta comunque il rebus della manovra di ottobre. Con la spada di Damocle della commissione

Pubblicato più di 5 anni faEdizione del 28 giugno 2019

Conte parla di politica, economica e non solo, con Juncker. Tria di miliardi sonanti con i ministri finanziari e con Moscovici. La partita si gioca a Osaka, in Giappone, complice il G20. Non finirà qui. Ci sarà un nuovo round a Bruxelles domenica prossima. Poi lunedì pomeriggio, primo luglio, il consiglio dei ministri varerà la legge di assestamento di bilancio. A quel punto Roma potrà solo aspettare il verdetto della Commissione, il giorno seguente.

I due italiani sono ottimisti, forse Tria più di Conte. Il premier non vende la pelle dell’orso, sa di non averlo ancora accoppato. La Commissione è divisa, il verdetto non è scontato, anche se rispetto a una settimana fa, quando sembrava non esserci scampo, splende il sole.

Ma le ultime parole devono essere ancora dette, e le ultime cifre squadernate. Conte parla di «trattativa complicata», «tosta». Nessuno vuole la procedura, è vero. Però «nessuno intende arretrare». Fortuna che «il clima è di dialogo costruttivo» e questo permette a Conte di essere «fiducioso». Tria va oltre: «Ci sono le basi per evitare la procedura» e la trattativa «non è più difficile che in passato». La Bce e i principali governi di aprire un contenzioso con l’Italia ora non hanno alcuna voglia e per la Bce c’è forse un motivo in più per rinviare. Se il gioco dovesse farsi davvero duro Draghi non vuole fare la parte dell’esecutore ai danni dell’Italia. Ha predisposto tutto, già dall’autunno scorso, per limitare il rischio di contagio, ma vuole che ad azionare quelle leve non sia la sua mano.

La disposizione delle cancellerie principali e di Francoforte vuol dire molto ma non tutto. Una commissione che, essendo in scadenza, sente di avere le mani più libere, al contrario di quanto aveva previsto Roma, non si accontenta degli 8 miliardi raggranellati da Tria, vuole una correzione dello 0,4% per il 2018 e dello 0,5% per quest’anno. Qualcosa tra l’uno e i due miliardi in più. Tria ha già strizzato i conti quasi fino all’ultima goccia. Per tirare fuori quanto serve dovrà probabilmente battere a cassa agli enti pubblici, come del resto ha già fatto con la Cassa depositi e prestiti.

Ma lo scoglio principale non è questo. Il problema grosso è quello che deve sbrogliare Conte: il 2020. La commissione lo aveva già scritto il 5 giugno, all’inizio della parabola che si concluderà comunque solo alla fine dell’anno: servono indicazioni chiare sulla prossima legge di bilancio. Ieri, da Helsinki, le voci pilotate dalla commissione stessa confermavano: «Si può trovare un accordo. Ma l’Italia deve dimostrare che rispetterà le regole in futuro. Deve rendersi conto dell’enorme impatto che la sua economia ha su tutta l’Unione».

Il punto nodale, in fondo, è tutto qui: quando deve dimostrare la sua futura disciplina il belpaese? Subito, con qualche passo impegnativo sulla futura manovra, oppure, come vorrebbero le colombe, in autunno, con la legge di bilancio vera e propria? Una legge che verrebbe scritta con la spada di Damocle della procedura, congelata ma non ritirata, pendente.

Per i partiti della maggioranza il rinvio sarebbe una boccata d’ossigeno, anche se per motivi diversi. Per la Lega unificare la partita della procedura e quella della finanziaria è l’unico modo per blindare la flat tax. Per il M5S si tratta soprattutto di scavallare le due date possibili per il voto anticipato, fine settembre ma anche novembre. In questo modo, però, tutte le tensioni accumulatesi negli ultimi mesi, quelle tra Roma e Bruxelles, quelle interne alla maggioranza, quelle legate alle fibrillazioni del mercato, precipiterebbero in un’unica mano di poker. Rischiosissima.

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