L’occupazione è calata per il secondo mese consecutivo in Italia. Lo sostiene l’Istat secondo la quale la perdita di posti di lavoro è stata di 110 mila occupati. Sono questi i primi segnali della crisi energetica e dell’inflazione che porterà il paese l’anno prossimo a subire una più che significativa perdita di Pil dal 3,4% allo zero virgola qualcosa. Per il momento.

Ad agosto 2022, rispetto al mese precedente, sono diminuiti sia gli occupati che i disoccupati, mentre sono cresciuti i lavoratori inattivi. l calo dell’occupazione (-0,3%, pari a -74mila) è stato osservato sia nel caso degli uomini che in quello delle donne, per tutti i lavoratori dipendenti e in tutte le età, con l’unica eccezione dei 15-24enni per i quali rimane stabile. In controtendenza va considerato, per il momento, l’aumento l’occupazione tra i lavoratori autonomi. In generale il tasso di occupazione è sceso al 60,0% (-0,2 punti).
I segnali di una possibile inversione della tendenza si stanno avvertendo soprattutto tra i dipendenti. Il segnale è stato ieri giudicato preoccupante perché si tratta quasi esclusivamente di lavoratori a tempo indeterminato. Un aumento dell’occupazione in questa categoria aveva fatto gridare negli ultimi mesi a una specie di miracolo.

Salvo poi considerare che, dopo il Jobs Act di Renzi e del Pd, ancora in vigore nonostante le promesse fatte in un paio di campagne elettorali da parte di questo cosiddetto «centro-sinistra», in Italia non si può più ormai parlare propriamente di «lavoro subordinato a tempo indeterminato».

A scendere è anche il tasso di disoccupazione ma aumentano di molto anche gli inattivi. Questo significa che, secondo le rilevazioni dell’Istat, esistono diversi lavoratori che hanno cercato un lavoro ma non l’hanno trovato, ma non risultano ancora «disoccupati». Per questa ragione ieri il tasso della disoccupazione risultava ancora in calo. Sono queste le prime avvisaglie degli effetti della policrisi capitalistica che si sta abbattendo anche in Italia nella completa impotenza dei governanti, e per di più in attesa dell’insediamento del prossimo governo di estrema destra postfascista.