Visioni

Primavera di nuove scritture e talenti emergenti

Primavera di nuove scritture e talenti emergenti«Teoria del cracker» – foto di Michele Tomaiuoli

A teatro Si è chiusa la diciannovesima edizione del festival alle pendici del Pollini, che batte percorsi e disegna geografie in cerca di interessanti novità

Pubblicato più di 6 anni faEdizione del 9 giugno 2018

Chiusa la sua diciannovesima edizione, Primavera dei teatri si conferma tra gli appuntamenti più gettonati dell’estate festivaliera. Anzi, aprendone quasi la stagione, richiama nel paesone alle pendici del Pollino, svuotato da una lenta ma inesorabile emigrazione, quella comunità teatrale che batte percorsi e disegna geografie in cerca di nuove scritture e di giovani protagonisti.

Sette giorni di programmazione, una ventina abbondante di spettacoli e poi laboratori e incontri che sono il tessuto connettivo del festival, organizzato da Scena Verticale, con la direzione di Dario De Luca e Saverio La Ruina, in questo Nord calabrese aspro e difficile, ma «lontano» – non solo in termini chilometrici – da San Calogero, nel vibonese, più a Sud, dove proprio nella serata del 2 giugno, mentre a Castrovillari si giocavano le ultime battute, lì veniva assassinato Soumayla Sacko, bracciante e sindacalista, cittadino del Mali e schiavo d’Italia. Di questa violenza ‘ndranghetista esibita impunemente ne dà conto Angelo Colosimo con il suo Simu e Pùarcu, testo denuncia di un quotidiano spietato e omertoso che l’autore-attore crea con le asperità lessicali del suo dialetto, intorno a un omicidio senza cadavere. All’estremo opposto per scelta linguistica si colloca l’umbro Daniele Aureli, che costruisce in sottrazione la partitura di Teoria del cracker (nella foto), depositando nel buio polveroso della scena l’evocazione della rabbia e del dolore per le morti di amianto, con la sua figura emaciata e mobilissima, si moltiplica fino alla coralità di un piccolo mondo decimato e tradito dall’avidità capitalista.

Delicatezza è la cifra del Diario di Adamo ed Eva che Dario De Luca ha tratto dal romanzo di Mark Twain per regalarlo ai piccoli spettatori. Lo stupore dell’incontro con l’altro da sé e della scoperta del sesso sono affidati a due giovani interpreti (Elisabetta Raimondi Lucchetti e Davide Fasano) che si muovono in un paradiso di carta e cartone colorati. E la malattia torna con Essere bugiardo di Carlo Guasconi che ne è anche interprete insieme a Mariangela Granelli e a uno straordinario Massimiliano Speziani. In tre quadri, con la regia di Emiliano Masala, un vissuto intimo e familiare si snoda nella sua devastante semplicità. Per i fiorentini di Sotterraneo invece non c’è rinascita. Ironico e surreale, in Overload, imperniato sulla figura (e l’opera) di David Foster Wallace, accade di tutto, finanche la loro morte. Come in un giorno qualsiasi delle nostre vite. E finalmente sarà silenzio.

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