Un quarto di secolo tondo, da quel 1999 che segnava l’avvio di Primavera dei Teatri nella desolazione culturale calabrese. Una luce accesa dalla compagnia Scena Verticale e in costante espansione – un solo anno di interruzione, nell’assestamento iniziale – illumina da Sud il panorama festivaliero italiano. Per questa XXIV edizione, la triplice direzione di Dario De Luca, Saverio La Ruina e Settimio Pisano ha svoltato sulle linee della multidisciplinarietà (faticose etichette ministeriali!), aprendo con una densa programmazione dedicata alle giovani promesse della danza, ospitate anche in residenza a mostrare i primi esiti. Undici giorni di spettacoli di genere e linguaggi diversi – tre/quattro proposte al giorno – assegnano a Castrovillari il ruolo di avamposto, con tutte le incognite del caso, per debutti, anteprime e ospitalità. Una vetrina di novità, alcune ancora acerbe, in cui spiccano eccellenze come A colpi d’ascia. Un’irritazione, straordinaria prova d’attore di Marco Sgrosso, che dell’omonimo romanzo di Thomas Bernhard se ne cuce addosso una pregevole riduzione drammaturgica, con le musiche dal vivo di Cristiano Arcelli.

DI PARTICOLARE interesse La morte ovvero il pranzo della domenica, nuova ironica scrittura di Mariano Dammacco per Serena Balivo, che sola in scena fa risuonare nel nostro profondo i rituali familiari di un’anziana signora impegnata ogni dì festivo alla tavola dei novantenni genitori. Dopo il raffinatissimo Re Pipuzzu fattu a manu, Dario De Luca prosegue lo scandaglio di antiche fiabe con un altro felice esito, I 4 desideri di Santu Martinu, di nuovo in sinergia con le sonorizzazioni di Gianfranco De Franco. In dialetto calabrese, De Luca confeziona una ricercata partitura, terrigna e voluttuosa, riconsegnando alla donna il ruolo attivo nel ménage col suo uomo.