Politica

Primarie il 28 febbraio, ma è pasticcio alla milanese

Primarie il 28 febbraio, ma è pasticcio alla milaneseL'ex ad Expo Giuseppe Sala e il sindaco di Milano Giuliano Pisapia – Foto La Presse

Amministrative Pisapia 'giocatore' e non più arbitro nella corsa dei gazebo fa innervosire il Pd, ma a sinistra Sel ora rischia l'implosione

Pubblicato quasi 9 anni faEdizione del 6 dicembre 2015

Il pasticciaccio brutto stavolta – e per una volta – non si consuma nella romanissima via Merulana, ma nella milanesissima Piazza della Scala, a Palazzo Marino. Nella capitale lombarda la matassa delle primarie si ingarbuglia ad alta velocità. E se presto qualcuno non si fermerà a rimettere il bandolo al suo posto la premiata ditta Pisapia rischia di trasformarsi da luminoso modello di alleanza (in maggioranza ha anche il Prc) a modello di scissione a sinistra.

Ieri il giovane segretario del Pd Pietro Bussolati (colomba renziana) ha rivolto una preghiera ai vendoliani di rito milanese, fedeli di Pisapia: «Sel ha rotto le alleanze ovunque, noi abbiamo lavorato in questi mesi perché ci sia un’alleanza del centrosinistra qua, continueremo. Però è Sel che deve decidere facendo chiarezza». In realtà venerdì sera è stato il Pd milanese a far saltare l’incontro del tavolo che avrebbe dovuto dare l’ok all’inizio della raccolta delle firme per le candidature alle primarie, che doveva partire domani e concludersi dopo un mese. Formalmente la delegazione dem non si è presentata in polemica con il sindaco che, tornato dall’incontro con Renzi a Roma (poi ripartito per Parigi, da dove è rientrato ieri sera), avrebbe deciso da solo lo spostamento delle primarie dal 7 marzo al 28. Ieri Pisapia ha cercato di mettere pace nella sua nervosissima famiglia: «Come data delle primarie propongo il 28 febbraio perché i candidati abbiano il tempo di presentare il proprio progetto di città. Su questa tempistica non ho avuto valutazioni negative e confido che al più presto si riunisca il tavolo della coalizione per un accordo condiviso». In questo caso a raccolta delle firme inizierebbe domani e finirebbe il 20 gennaio.

Ma non è la data delle primarie a innervosire il Pd quanto il cambio di ruolo dello stesso Pisapia nella vicenda dei gazebo: da arbitro a giocatore. Perché di fronte ai tanti segnali di sostegno di Renzi a Sala, il sindaco ha risposto con intensità uguale e contraria lanciando e benedicendo la sua vice Francesca Balzani. Nulla di ufficiale, ancora. Del resto entrambe le candidature, Sala e Balzani, formalmente ancora non esistono.

06pol1 sotto sinistra Francesca Balzani 6

In questi giorni a Milano i vendoliani sono sottoposti a richieste di giuramento sulla lealtà in caso di vittoria ai gazebo di Sala. La cosa non giova ai rapporti fra alleati. Del resto non è un segreto che un pezzo della sinistra non digerisce Mister Expo e non lo voterà. Nicola Fratoianni, coordinatore nazionale di Sel, lo ha detto al Corriere della sera: «Se accettassimo il vincolo delle primarie e poi lui vincesse saremmo costretti ad appoggiarlo e questo non lo possiamo fare». In questo delicato shangai la Sel milanese tenta un equilibrio: «Sala è un corpo estraneo all’alleanza, non possiamo decidere al buio. Ma in caso di scelte dilemmatiche l’ultima parola spetterà agli organismi dirigenti della città», spiega la segretaria Anita Pirovano. La novità però è ch il sindaco Pisapia si va convincendo che Balzani, con il suo appoggio, può vincere su Sala. E che, come spiega chi ci ha parlato, l’elettore di centrosinistra non potendo votare «per Giuliano» sarebbe pronto a votare «con Giuliano».

Purché però si risolva un punto dirimente: che i nomi della sinistra non siano due. Come sono oggi: a fronte di una candidata in pectore, la vicesindaco, a sinistra c’è Pier Francesco Majorino, in corsa da giugno. Che peraltro non ha preso bene il lancio della nuova sfidante e a oggi non ha intenzione di ritirarsi. Ieri su facebook ’Pier’ ha chiesto «che la raccolta firme inizi presto» e che «non si giochi con l’alleanza di centrosinistra: se qualcuno vuole fare a Milano la coalizione che governa il Paese ce lo si dica (e a quel punto è davvero inutile farle, le primarie). Meglio il divorzio breve che l’agonia lunga». Ce l’ha con Renzi. Ma anche con Sel. Anzi con tutta ’Si’, Sinistra italiana. Venerdì infatti anche Stefano Fassina, candidato a Roma fuori dalle primarie, ha spiegato che Sala «non rappresenta la pluralità di interessi e culture politiche che Pisapia teneva assieme».

Oggi Pisapia sarà a Sky, ospite del programma di Maria Latella. Con ogni probabilità sarà un ’Pisapia’ ormai giocatore delle primarie. E in questo caso la sinistra, quella milanese e quella ’italiana’, dovrà farci i conti.

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