Internazionale

Prima del G7 Macron si proietta sulla scena come «mediatore»

Incontri con Vladimir Putin e Boris Johnson A cinque giorni dal G7 a Biarritz, da cui la Russia è esclusa dal 2014 (a causa dell’annessione della Crimea), Emmanuel Macron ha ricevuto Vladimir Putin al forte di Brégançon, […]

Pubblicato circa 5 anni faEdizione del 20 agosto 2019

A cinque giorni dal G7 a Biarritz, da cui la Russia è esclusa dal 2014 (a causa dell’annessione della Crimea), Emmanuel Macron ha ricevuto Vladimir Putin al forte di Brégançon, luogo di vacanza dei presidenti francesi sulla costa mediterranea. L’intenzione della Francia è di agire come mediatore, in un momento di crisi geopolitica, come fattore di equilibrio nel disordine mondiale.

Ma la volontà di ristabilire un dialogo «esigente e franco», non cancella le tensioni accumulate.
Macron, in un momento in cui si sta inasprendo la repressione degli oppositori politici in Russia, ha ricordato l’importanza dell’espressione della libertà di espressione e di presentarsi alle elezioni (municipali di settembre). Putin ha subito evocato la repressione dei gilet gialli (e il presidente francese ha replicato che la Francia rispetta i parametri del Consiglio d’Europa e che i gilet gialli si sono presentati e si presenteranno alle elezioni, «è la differenza» tra un paese che rispetta le libertà e uno che non lo fa).

Ma il rapporto con la Russia, malgrado l’ingerenza negativa tentata dai russi contro Macron alle ultime elezioni presidenziali del 2017 in appoggio a Marine Le Pen, è giudicato «indispensabile» all’Eliseo (e non solo perché la Francia è il secondo investitore estero in Russia): sull’Ucraina, con l’auspicio di un’apertura da parte del nuovo presidente Zelensky e l’«ottimismo prudente» espresso ieri da Putin, Parigi punta al rispetto degli accordi di Minsk, ma soprattutto sull’Iran, dove le posizioni di Parigi e Mosca sono concordanti a difesa dell’accordo sul nucleare del 2015, contro il quale si erge Trump, l’obiettivo è evitare derive militari.

Restano forti, invece, le tensioni in Siria, dove la Russia interviene dal 2015, in particolare sull’ultima offensiva a Idlib, da parte del regime di Assad spalleggiato da Putin. «Credo nella Russia europea», ha affermato Macron, che ha già operato a favore del rientro di Mosca al Consiglio d’Europa, nel luglio scorso (che permette ai cittadini russi di fare ricorso sul rispetto dei diritti umani) e ieri ha parlato di ricostruzione di «un’architettura di fiducia» tra Russia e Europa, correggendo l’indirizzo dominante della politica occidentale degli ultimi anni, che ha spinto la Russia verso la Cina.

Le relazioni tra Macron e Putin hanno subito alti e bassi, punteggiati da incontri carichi di simboli, come l’accoglienza del leader russo sotto gli ori di Versailles nel 2017, da parte del giovane presidente appena eletto all’Eliseo, seguito da un invito a San Pietroburgo e dalla presenza di Putin alle celebrazioni dei 100 anni dell’armistizio della prima guerra mondiale, nel novembre 2018.

Per il 75esimo anniversario della vittoria russa sulla Germania nazista, Macron sarà a Mosca. Prima di presiedere il G7, Macron riceverà giovedì, Boris Johnson, che ieri ha evocato la fine della libertà di libera circolazione dei cittadini europei dal giorno di un eventuale hard Brexit del 31 ottobre.

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