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«Tav, prima ne parlo con la Francia e la Ue». C’è un’altra scusa, l’analisi slitta ancora

«Tav, prima ne parlo con la Francia e la Ue». C’è un’altra scusa, l’analisi slitta ancoraIl ministro dei Trasporti Danilo Toninelli

Governo nel tunnel Toninelli: Torino-Lione, la relazione costi-benefici a metà febbraio Ipotesi di accordo win-win con la Lega. Ma l’ala dura M5S dice no. Il controdossier di Salvini parla di una perdita di 24 miliardi. Il ministro: errori grossolani. Il Pd fa un esposto alla Corte dei Conti

Pubblicato quasi 6 anni faEdizione del 1 febbraio 2019

Spingendo l’analisi più in là. Prima doveva essere presentata a fine gennaio, ora la data è fissata a metà febbraio. «Entro la metà del mese avremo un primo incontro con la Commissaria europea ai Trasporti Violeta Bulc e con la ministra francese Elizabeth Borne, dopodiché la renderemo pubblica in Italia». Lo ha detto il ministro dei Trasporti Danilo Toninelli a proposito dell’analisi costi-benefici sul Tav. Un tema incandescente sul tavolo del governo gialloverde.

A SURRISCALDARLO ci pensa il vicepremier e ministro dell’Interno Matteo Salvini che, questa mattina, visiterà il cantiere dell’alta velocità a Chiomonte (Torino) «per portare solidarietà alle migliaia di poliziotti che da anni lo proteggono». Oggi, contemporaneamente alla visita di Salvini, sul fronte francese arriverà la ministra dei Trasporti Borne: sarà a Saint Martin La Porte dove si sta scavando una galleria geognostica. Il vicepremier Luigi Di Maio ha, invece, detto che non andrà a Chiomonte «perché è un cantiere che non è mai partito».

DA GIORNI IL LEADER LEGHISTA sventola i dati di un presunto contro-dossier favorevole all’opera, che quantificherebbe in 24 miliardi di euro il costo di un eventuale stop. Dati viziati da «grossolani errori» ha replicato il dicastero di Toninelli.

IL PREMIER GIUSEPPE CONTE intanto prova a fare da pompiere con una dichiarazione attendista: «Tra poco pubblicheremo i dati e renderemo pubbliche le nostre decisioni». Non si sbilancia e invita a guardare altrove: «Il dibattito si è concentrato sulla Tav, a noi interessano anche altri centinaia di cantieri. Abbiamo un piano per sbloccare i cantieri che procedono a rilento». Toninelli ha motivato l’attesa così: «Stiamo completando l’analisi che è oggetto di un trattato internazionale, e mi pare normale che, nell’ambito dei rapporti diplomatici, debba essere prima condivisa con loro per poi renderla pubblica in Italia».

Il rimpallo di dichiarazioni è continuato per tutta la giornata. Salvini non gioca di retroguardia e rilancia una delle varie versioni cosiddette low-cost: «Ci sono spese che possono essere eccessive, come la mega stazione di Susa, ma l’Italia non può essere isolata in Europa». Toninelli taglia corto: «Io ripeto sempre la stessa cosa e mi annoio da solo: nel contratto c’è scritto “ridiscutere integralmente l’opera nel rispetto dei patti con la Francia”, questo stiamo facendo; e per ridiscuterla dobbiamo avere dei numeri in mano. Tra pochi giorni li avremo». Il M5s ha voluto, inoltre, smentire l’illazione di un possibile scambio tra il no all’autorizzazione a procedere per Salvini e il sì della Lega sul Tav.

MA NON C’È SOLO «GUERRA» tra i due alleati, come riporta in serata l’Agi. Fonti parlamentari della maggioranza avrebbero riferito che M5s e Lega hanno trovato un’intesa sulla mozione da presentare. Nel documento verrebbero elencati gli svantaggi del Tav, soprattutto quelli relativi al tema ambientale, ma anche i vantaggi. Nel dispositivo si dovrebbe accennare alle penali e agli appelli dell’Europa a proseguire i lavori, oltre alla necessità di portare a compimento miglioramenti dal punto di vista logistico delle infrastrutture del Nord. La convergenza tra Lega e Movimento 5 stelle sarebbe sulla necessità di aspettare l’analisi costi-benefici ma, al contempo, di valutare eventuali cambiamenti riguardo all’esecuzione dell’opera. Un compromesso sicuramente difficile da digerire per l’ala più movimentista dei pentastellati.

UN PLAUSO ALLA VISITA di Salvini arriva dal governatore del Piemonte Sergio Chiamparino: «Io ci sono andato tante volte, anche in Francia, a Saint-Martin-La-Porte, l’importante è che si decida e che finisca questa pantomima che punta ad arrivare fino alle elezioni europee». Ieri, proprio in compagnia del presidente Chiamparino, il capogruppo dem alla Camera, Graziano Delrio ha annunciato che «il Pd alla Camera presenterà un esposto alla Corte dei Conti per verificare se lo stop alle gare della Torino-Lione configuri un danno erariale». Per Telt, la società incaricata di realizzare il Tav, «ogni mese di ritardo comporta – secondo Delrio – un costo di 75 milioni di euro».

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