Oggi la Commissione Ue presenta ai  27 le proposte per ridurre il prezzo del gas e risparmiare energia, che verranno discusse dai capi di stato e di governo al Consiglio europeo del 20-21 ottobre.

La Ue deve sbloccare la situazione, dopo settimane di tensioni e idee contraddittorie, mentre l’inverno arriva e ci sono rischi di penuria e di black out. La Ue non ha messo sanzioni sul gas, ma la Russia ha chiuso i rubinetti e lo usa come arma di guerra. La dipendenza dal gas russo è diminuita dal 40% dell’inizio della guerra in Ucraina al 7,5% attuale. Gli ambasciatori dei 27 si sono riuniti ieri sera a Lussemburgo e hanno messo tutte le proposte sul tavolo (anche se questo non vuol dire che saranno tutte adottate), per non deludere nessuno.

La Germania, che è primo mercato del gas in Europa, resta contraria a un tetto ai prezzi (con Olanda, Austria, Irlanda). Italia, Belgio, Polonia e Grecia vorrebbero un price cap generalizzato, altri paesi, come la Francia, privilegiano il “modello iberico”, cioè un tetto per il gas che serve a produrre elettricità, che potrebbe evitare di spingere a un aumento dei consumi (preoccupazione ecologica).

La Commissione propone di rilanciare la piattaforma per un acquisto comune di gas, che esiste dall’aprile scorso ma che non è mai stata attivata: dovrebbe riguardare almeno il 15% dei consumi.

Il documento di Bruxelles proporrà di “esplorare” l’idea di un “corridoio dinamico temporaneo per limitare i prezzi” del gas naturale, per le transazioni Ttf di Amsterdam, un indice che anche per la presidente della Commissione, Ursula von der Leyen, «non è più rappresentativo dei costi del gas importato». Ci vorrà un nuovo indice dei prezzi che riguarda il Gnl, che ormai sta soppiantando il gas russo via pipeline.